Le parole dell’Amministrazione Sbardella
“Sono stati premiati con la medaglia della Città di Frascati – si legge nella nota municipale – Alessandro Carletti di Casale Marchese e Massimiliano Mergé di Casata Mergé. Il primo ha visto premiato il suo vino “Frascati Superiore DOCG” come il bianco con il miglior rapporto qualità prezzo dalla guida “Berebene 2024” di Gambero Rosso.
Il secondo è stato premiato con il suo “Frascati Sesto 21 DOCG” dal premio “Roma” per i vini migliori di Roma e del Lazio.
“Il nostro territorio – hanno commentato la Sindaca Sbardella e l’assessore Cerroni – conferma ancora una volta le sue eccellenze che ne valorizzano tutta l’enorme potenzialità. Complimenti a Carletti e Mergé per aver portato in alto la bandiera di Frascati”.
Il territorio del Frascati doc e docg
Il territorio di produzione del vino D.O. Frascati comprende per intero i comuni di Frascati, Grottaferrata e Monteporzio Catone, il VII (ex X) Municipio di Roma e una parte del comune di Montecompatri, su una superficie complessiva di circa 8.500 ettari, dei quali circa 1.020 coltivati a vigneto.
L’altitudine dei terreni coltivati a vite è compresa tra i 70 e i 500 metri (e oltre) s.l.m., con pendenza variabile: l’esposizione generale è orientata verso ovest e nord-ovest. L’esposizione del territorio verso il mare Tirreno permette di godere di una piacevole brezza marina che mitiga il calore delle ore più calde ed evita il ristagno dell’umidità.
L’area dei Colli Albani
Dal punto di vista geologico i terreni dei Colli Albani e quelli pedocollinari si sono formati in seguito alle eruzioni del Vulcano Laziale, iniziate circa 600 mila anni fa, con la costruzione di un edificio centrale accresciutosi via via in estensione e in altezza (oltre 2.000 metri), fino a quando la camera magmatica ha collassato.
I Castelli Romani
Le ripetute successive esplosioni hanno prodotto numerosi crateri nell’area dei Castelli Romani, come testimoniato dalla presenza dei due leghi Albano di Castel Gandolfo e di Nemi, oltre a quelli quelli più antichi (Ariccia, Pantano Secco e Prata Porci) sono ricoperti di sedimenti e attivamente coltivati, mentre gli ultimi in ordine di età hanno lasciato profondi bacini trasformatisi poi in laghi (Albano e di Nemi). Le eruzioni del Vulcano Laziale sono continuate fino al Paleolitico superiore (Aurignaciano), ossia fra i 29.000 ed i 25.000 anni fa.
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