Il Comune di Pomezia insieme ad altre tre amministrazioni comunali (Ardea, Marino e Ariccia) ribadisce il “no” all’inceneritore di Roma-Santa Palomba con un atto concreto, ossia un nuovo ricorso al Tar del Lazio contro Roma Capitale che ha pubblicato di recente un bando di gara finalizzato alla ‘progettazione, autorizzazione all’esercizio, costruzione e gestione di un impianto di termovalorizzazione con capacità di trattamento pari a 600.000 ton/anno di rifiuti ’.
Ricorso non solo contro Roma Capitale, ma anche Acea
Il ricorso è stato presentato non solo contro Roma Capitale, ma anche contro la Rete temporanea di Imprese capitanate da ACEA Ambiente srl che da un anno e mezzo, quindi ben prima che venisse pubblicato il bando, sono state ‘incoronate’ a mezzo stampa dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri come probabili vincitrici del bando stesso.
L’intervista al sindaco Felici
È quanto ci racconta in esclusiva il sindaco di Pomezia, Veronica Felici, in una intervista rilasciata al nostro giornale quest’oggi, martedì 19 dicembre, che ci ha rilasciato nella sede della casa comunale.
Sindaco Felici: quali sono i motivi tecnici su cui si fonda il vostro ricorso al Tar del Lazio contro il recente bando di gara del comune di Roma?
“I motivi del ricorso, tecnicamente, sono “Eccesso di potere – illogicità, irragionevolezza, abnormità – arbitrarietà – Difetto/erroneità di motivazione – perplessità – contraddittorietà – difetto ed erroneità dell’istruttoria – violazione e falsa applicazione dl 50/2022 e dell’art. 1/421 e ss l.234/2021 – violazione del principio di ragionevolezza e di proporzionalità”. Nel ricorso è stato fatto riferimento alla tutela degli interessi collettivi che hanno i quattro Comuni, ossia Pomezia, Ardea, Marino ed Ariccia, ad agire contro la determina con la quale è stato indetto il bando di gara.
Sindaco, fuori dai denti, quali i motivi più concreti su cui avete puntato?
Abbiamo elencato le tante criticità ambientali (aria, acqua e suolo), territoriali, legate alla viabilità e all’esistenza di ulteriori siti contaminati e di una situazione di inquinamento diffuso nella zona (come la vicinissima discarica di Albano, ndr) .
Nella relazione che accompagna il ricorso si fa presente che “le criticità ambientali connesse con l’impianto sono essenzialmente riconducibili ad impatti sulla componente aria (emissioni odorigene ed emissioni in atmosfera convogliate e diffuse), componente acque sotterranee (gestione delle acque di processo) e suolo (gestione dei conferimenti e stoccaggi dei rifiuti) che inevitabilmente potrebbero ripercuotersi nella fascia di confine con il territorio comunale di Pomezia e degli altri comuni interessati”.
Questioni ambientali e tecniche, poi?
Si è poi fatto riferimento ai tempi. Il sindaco Roberto Gualtieri, nella sua veste di Commissario per il Giubileo ha richiesto e approvato il termovalorizzatore in virtù della norma speciale che fa riferimento proprio all’evento ecclesiastico, che avrà luogo nel 2025.
Ma il termovalorizzatore sarà terminato, secondo il cronoprogramma, solo alla fine del 2026. Quindi il ricorso evidenzia l’incongruenza, ovvero l’eccesso di potere, da parte del Commissario, che utilizza una normativa per porre in essere un’attività per la quale aveva i poteri.
C’è altro su cui puntate con il vostro ricorso?
Viene inoltre messa in evidenza la violazione di normativa europea, che non prevede più la costruzione inceneritori così grandi, ma solo di dimensioni proporzionate alla quantità di rifiuti prodotti in zona. Ma se l’inceneritore andrà in esercizio solo dopo la fine del Giubileo, le 600.000 ton/anno di rifiuti previste diventerebbero una quantità abnorme, che andrebbero a coprire non solo i rifiuti di Roma, ma anche quelli dell’intero Lazio e oltre, contravvenendo così a quanto imposto dall’UE o, in alternativa, diventando un impianto in perdita”.
Leggi anche:
Rocca di Papa, la Fortezza aprirà al pubblico a primavera (con 160mila € della Regione)