L’evento, ideato e organizzato dallo scrittore Marco Onofrio come 1° appuntamento con i vincitori del Premio Nazionale “Moby Dick”, si è concluso con il racconto in musica della celebre canzone “Moby Dick”, ispiratrice del Premio, dalla viva voce del presidente onorario dello stesso, il M° Vittorio Nocenzi, accompagnato dal chitarrista Filippo Marcheggiani.
Il Banco del Mutuo Soccorso
Dunque il Banco del Mutuo Soccorso, storica band della musica italiana e internazionale, si è esibito al Bibliopop, sia pure in sintesi rappresentativa ma con il suo padre musicale! Andiamo con ordine. La serata viveva un preludio gradevolissimo con Nocenzi “mattatore”, il quale dopo alcuni dei suoi arpeggi mirabili per provare la tastiera – tra cui accenni alla canzone di cui sopra – intratteneva il pubblico in entrata con uno dei suoi leggendari monologhi culturali a ruota libera in cui, da autentico Maestro d’Arte a 360°, si dimostra ogni volta in grado di parlare dell’universo-mondo, affascinando l’uditorio.
Sergio Santinelli e Marco Onofrio
All’entrata in scena del Presidente di ACAB/Bibliopop, Sergio Santinelli, per il canonico saluto introduttivo, Nocenzi si diceva onorato di donare alla biblioteca due volumi sulla storia del Banco, consegnandoli pubblicamente: “Sguardi dall’estremo Occidente”, con CD musicale, e “Siamo nati liberi”.
Santinelli ringraziava, a nome di tutti, dopodiché procedeva con il suo breve intervento per poi lasciare spazio a Marco Onofrio, il quale prima illustrava il senso ideale del Premio, da lui ideato e giunto con successo nazionale alla sua terza edizione, e poi – ringraziato anche l’altro presidente, Roberto Pallocca, titolare della Sezione Narrativa – chiamava la vincitrice assoluta della Sezione Poesia del “Moby Dick” 2022, Chiara Mutti, con cui intavolava una piacevole conversazione culturale.
Chiara Mutti
Era il momento del “focus” sull’itinerario artistico dell’autrice di Tivoli, nata a Roma ma originaria della Lombardia, attraverso i suoi libri, le sue traduzioni all’estero, le sue fotografie (alcune delle quali proiettate e commentale sul fondo absidale del Bibliopop).
L’approfondimento, condotto brillantemente da Onofrio tra notazioni critiche e domande ad ampio raggio, trovava i suoi esiti naturali nelle letture dei testi, performate dai due ottimi dicitori, Gianni Pittiglio e Roberta De Angelis, che anche grazie al fascino indubbio delle loro voci consentivano a tutti i presenti di percepire la grandezza e la profondità dei versi (in particolare la splendida poesia “Costellazioni”), molto apprezzati e lodati pubblicamente dallo stesso Nocenzi. Onofrio ha peraltro suggellato le sue immersioni nell’universo poetico di Chiara Mutti con la seguente definizione globale della sua poetica: «Voglio portarmi alle radici dello sguardo poetico di Chiara: “strazio” e “struggimento” sono le parole-chiave.
La temperie autunnale
È la temperie autunnale dell’anima, il cammino che segna d’ombre-luci il trascolorare inesorabile della decadenza. Percepisce così la fine ininterrotta delle cose, attimo dopo attimo, ma questo non le impedisce di adorare la realtà, anzi l’aiuta ad estrarne il sacro e ad abbracciarne la bellezza attraverso un manto di malinconia, di dolce tristezza che rende sostenibile e quasi caro il dolore che prova».
Il “focus” si è concluso con la consegna di un regalo a sorpresa per l’autrice, da parte del Premio “Moby Dick” e di tutto l’entourage di ACAB/Bibliopop: il CD del recente album del Banco, ispirato all’immortale capolavoro di Ludovico Ariosto, “Orlando. Le forme dell’amore”, che Nocenzi e Marcheggiani avevano preventivamente impreziosito con dedica e autografi. Era il ponte perfetto per la terza parte della serata, il “clou” in musica.
Vittorio Nocenzi
Vittorio Nocenzi raccontava da par suo la genesi e la costruzione della canzone “Moby Dick” (1983), dai primissimi accordi al confronto creativo con Francesco Di Giacomo, dalle difficoltà di collocare in musica una visione “ingombrante” come quella della balena bianca e un testo di tale meravigliosa apertura simbolica, poi superate anche attraverso la struttura ritmica del pezzo, all’arduo compito di accordare la strofa “malinconica” e l’inciso “solare”… insomma, tutti i segreti nascosti nella storia del capolavoro e della sua composizione, svelati e condivisi con la massima naturalezza, come in una riunione di amici (e questo era in realtà l’incontro, generatosi nella sua calda atmosfera malgrado il freddo della giornata).
Frammenti in progress
La progressione dei frammenti, montati “in progress” tipo gioco del meccano, trovava il suo degno e divertente trionfo con l’esecuzione integrale della canzone, tastiera e chitarra, cantata all’unisono da tutti i presenti. L’emozione si scioglieva infine in un lunghissimo e commosso applauso di ringraziamento per l’autentica meraviglia a cui si era assistito. Prima del gioioso brindisi finale, a spumante e panettone, c’era anche modo di consegnare l’attestato di finalista – per la poesia “C’era una volta” – a Luigi Brasili, anch’egli di Tivoli, che non aveva potuto ritirarlo in sede di premiazione, alla Sala Consiliare di Palazzo Colonna lo scorso 21 ottobre. Anche Brasili, ringraziando Nocenzi, Onofrio e la giuria tutta, ha voluto donare a Bibliopop la copia di un suo romanzo”.
Leggi anche:
Rocca di Papa, la Fortezza aprirà al pubblico a primavera (con 160mila € della Regione)