Potrebbero rimanere solo su carta, con buona pace per i costruttori che avevano già preparato i progetti, i piani particolareggiati approvati nel 2014. Quello che sta preparando la gestione commissariale è in realtà una delibera di sospensione dei piani, una sorta di moratoria, che fa seguito alle valutazioni ricevute dai tecnici e dall’avvocatura comunale e che permetterebbe all’ente di esporsi a meno contenziosi e di procedere con una fase transitoria e autocorrettiva senza operare scelte politiche, scelte demandate alla prossima amministrazione. Da dove nasce il problema? Dal fatto che le varianti al Ppe sono state approvate dalla Giunta Comunale senza passare per il consiglio, sul presupposto (rivelatosi molto poco fondato) che queste fossero conformi al piano regolatore generale. Nelle delibere che prevedono la sospensione, vengono evidenziati sia i profili di illegittimità sia i correttivi da apportare alla luce dei rilievi già mossi dalla Regione. “Sono state individuate alcune questioni che assumono rilevanza ai fini della valutazione della correttezza della procedura di approvazione seguita –si sottolineò nella nota degli uffici urbanistici regionali del 23 marzo 2015- 1) riserva di una volumetria di proprietà comunale, 2) modifica dei criteri di calcolo della volumetria realizzata e realizzabile, 3) incremento degli abitanti virtuali ancora insediabili”. Tra i criteri contestati c’è in particolare la deduzione del 15% del volume insediato, la maggioranza utilizzò la delibera numero 42 del 1995 sulla regolamentazione dei volumi virtuali che era riferita solo agli edifici direzionali del centro e l’hanno estesa a tutta la città.
24/02/2016