Il presidente Antonio Di Murro ha informato i consorziati della decisione dell’organo sindacale di dimettersi. La decisione è arrivata dopo che l’organo sindacale è stato oggetto di ben 250 diffide presentate da un comitato che si oppone al consorzio stesso.
Il consorzio Tor San Lorenzo Lido
Il consorzio Tor San Lorenzo Lido ad Ardea è frutto di una lottizzazione nata nel 1956 tra la società Immobiliare Mercantile e il Comune di Pomezia. Da allora il consorzio gestisce ogni tipo di manutenzione, da quella stradale alla pubblica illuminazione. Per far quadrare i conti servono circa 850 mila euro l’anno, soldi interamente versati con le quote consortili dei proprietari di casa. Il consorzio si occupa anche della manutenzione degli 894 alberi censiti, lo smaltimento degli sfalci, il recupero degli ingombranti abbandonati. Si occupa altresì dell’erogazione dell’acqua attraverso otto pozzi, un’ambulanza nel periodo estivo e la videosorveglianza con oltre sessanta telecamere.
La lettera
«Cari consorziati – ha scritto il presidente trasmettendo la lettera di dimissioni – i 3 professionisti che componevano il nostro organo di controllo, tengono a spiegarci le uniche ragioni che li hanno costretti a rassegnare le note dimissioni, al fine di ristabilire la verità anche su tale vicenda che il sedicente “Comitato” propone da mesi in versione strumentale e distorta».
«Apprendiamo da tale lettera che l’unica ragione alla base di tale decisione consiste nel grave disagio – personale e professionale – causato loro dalle continue “pressioni” dei referenti del “Comitato” che, da anni, intasa le nostre caselle mail».
«Il Collegio Sindacale dimissionario, nel quadriennio in cui ha assolto ai propri complessi e delicati compiti istituzionali con professionalità e correttezza, è stato fatto oggetto, da parte di “signori” direttamente o indirettamente riconducibili al sedicente “Comitato”:
1) di oltre 250 istanze e vere e proprie diffide, dai più disparati e fantasiosi contenuti tra cui spicca, a solo titolo di esempio, la diffida del 18 maggio 2023 con la quale costoro, addirittura, diffidavano il Collegio dal “redigere la relazione al Consuntivo 2022”, atto dovuto, dando “seguito alla diffida notificata tramite pec dallo studio legale in data 16/02/2023”.
2) ben sette esposti al Consiglio di Disciplina dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed esperti contabili di Roma in un solo semestre (dal 22 marzo 2023 fino al 23 ottobre 2023), con i quali hanno richiesto formalmente l’adozione di provvedimenti disciplinari “atti a fermare questi signori a svolgere funzione professionale che vede essere stravolta non osservando per primi leggi di stato e statuto ovvero non facendole rispettare”».
Le accuse
«Malgrado si trattasse di accuse peregrine, i professionisti sono stati evidentemente costretti a difendersi con ben 7 memorie difensive, sottraendo tempo ed energie alla propria attività professionale, impiegando risorse (anche economiche) di cui nessuno li ha mai reintegrati, subendo inevitabili disagi personali e familiari connessi e derivati dal fatto di essere stati ingiustamente accusati di ogni sorta di fantomatici misfatti che, come tali, sono tutti stati integralmente respinti dal Consiglio dell’Ordine di disciplina il quale, archiviando tutte le censure mosse ha così testualmente motivato: “… nessun addebito può essere imputato al professionista avendo egli agito nel pieno rispetto delle funzioni a lui attribuite e dello Statuto consortile”».
3) denuncia-querela per il delitto di truffa e smaltimento illecito di rifiuti presentata in data 6.10.2022, «che ha costretto i membri dell’Organo di controllo a nominare addirittura un difensore di fiducia nell’ambito del procedimento penale che, inevitabilmente, ne è scaturito per il principio dell’obbligatorietà dell’azione penale, non certo per la fondatezza o la serietà delle accuse loro rivolte. Tant’è che questa denuncia è già stata fatta oggetto di richiesta di archiviazione da parte del pubblico ministero, per insussistenza degli elementi oggettivi e soggettivi della fattispecie di reato ex art. 640 c.p. e, avverso tale provvedimento, gli imperterriti querelanti hanno persino presentato opposizione in data 25.7.2023, con udienza già fissata dal gip per il giorno 06.06.2024 al fine di decidere sulla già proposta richiesta di archiviazione».
«Clima di scontro»
«In questo clima di parossistico innalzamento dello scontro voluto da tali “signori”, professionisti esterni al Consorzio, chiamati a svolgere la funzione delicata quanto essenziale di sindaci oltretutto solo dietro modesti rimborsi spese, ci informano di essersi sentiti letteralmente costretti a doversi dimettere per gli assillanti, qualunquistici e infondati attacchi subiti dal sedicente “Comitato”, che come tristemente risaputo riserva analogo trattamento anche allo scrivente Consiglio di Amministrazione».
«Salvo poi – e questo è il vero paradosso – lamentare da ultimo che l’amministrazione consortile, in quanto ormai priva del Collegio Sindacale, dovrebbe di fatto rimanere paralizzata. Questa, cari consorziati, è la sola verità dei fatti: a voi ogni opportuna valutazione! Certi che anche i più pazienti o distratti tra di Voi, davanti all’ennesimo comunicato del “Comitato” che, vedrete, puntualmente tornerà ad intasare le Vostre caselle di posta elettronica da qui a poco, sapranno valutare e vorranno rispondere a tono a questo stillicidio che, oltretutto, ha ormai tolto la maschera e dichiarato il proprio scopo di pervenire alla disgregazione del Consorzio, privandoci della gestione privatistica del nostro comprensorio con tutti i danni che, intuitivamente, tale scellerata opzione arrecherebbe a tutte le nostre proprietà. Un caro saluto a tutti voi. Il presidente p.t. Antonio di Murro».
Il documento del collegio sindacale del Consorzio Tor San Lorenzo Lido
Nella lettera del collegio sindacale, oltre a ricostruire le vicende giudiziarie, riporta: “Alla luce della situazione di disagio professionale e personale sopra descritta, e non esaustivamente rappresentata, in data 23 giugno 2023 l’Organo di Controllo del Consorzio ha deciso, ob torto collo, di rassegnare le dimissioni dalla carica rivestita, via pec al Presidente del Consiglio di Amministrazione. Predisporre sette, ben sette, memorie difensive per il Consiglio di Disciplina ha richiesto impegno e tempo professionale che abbiamo sottratto alla nostra attività nel momento piu importante, leggasi predisposizione bilanci e dichiarazioni fiscali, costringendoci ad un superlavoro e a maggiori costi per ridurre il ritardo maturato a seguito delle iniziative subite».
«A questo punto è doveroso fare alcune precisazioni:
– La diffida a non redigere la Relazione al Bilancio D’esercizio 2022 è stata respinta al mittente perchè, “… Tale deve intendersi la vostra diffida a non redigere un atto, qual è la relazione al Bilancio Consuntivo 2022, costituente adempimento obbligatorio da parte del Collegio Sindacale, la cui omissione – da Voi invocata – determinerebbe gravi conseguenze, sia sotto il profilo della responsabilità civile che professionale, a carico dei componenti dell’organo di controllo.
– Inoltre i denuncianti solo nell’ultimo esposto hanno riconosciuto, con una naturalezza sconcertante l’errore commesso.
(…) Ad oggi tutte le denunce presentate nei confronti del Collegio Sindacale sono state vagliate dalle competenti autorità giudicanti e sono risultate infondate. In ultimo siamo a diffidare chiunque dalla strumentalizzazione per propria convenienza delle motivazioni che hanno condotto il Collegio Sindacale alle dimissioni. che vanno ricercate, esclusivamente, in quanto contenuto nel presente documento. Rag. Fabio Ciancarini dottor Alessandro Evola, dottor Fabio Colletti».
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