Un’interrogazione a risposta orale immediata alla sindaca Matilde Celentano e al presidente del Consiglio comunale Raimondo Tiero è stata presentata dai consiglieri comunali di Lbc, Dario Bellini, Damiano Coletta, Floriana Coletta e Loretta Isotton, sul cantiere dell’edificio di via Piave, al civico 98, il cui permesso a costruire era stato annullato con una delibera del commissario straordinario del 24 maggio 2016, con relativa ordinanza di demolizione.
I lavori ripresi
“Da qualche giorno invece – spiega il capogruppo del movimento, Dario Bellini – sulla recinzione del palazzo ‘Malvaso’ è comparso un generico cartello in cui si dichiara un avvio di ‘lavori di completamento e finitura dell’immobile’. A questo punto chiediamo all’amministrazione se risulta revocato l’annullamento del permesso a costruire e la relativa ordinanza di demolizione; se risulta ancora valido il permesso a costruire rilasciato in vigenza del Ppe annullato; in base a quale titolo abilitativo si stia procedendo al completamento dei lavori e quale sia la consistenza di questo completamento che viene genericamente indicato nella tabella di cantiere”.
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L’inchiesta del 2014 sull’immobile costruito a Borgo Piave è stata la prima che ha visto finire sul registro delle notizie di reato politici, funzionari comunali, tecnici e imprenditori, evidenziando il profondo conflitto di interessi di chi nella vita vive di immobiliare e contestualmente siede addirittura in commissione urbanistica, dove si dettano le regole sugli affari che il politico va a fare quando, uscito dal municipio, torna a indossare la casacca del costruttore. Una vicenda che a suo tempo aveva provocato scandalo ma che, a distanza di dieci anni, tutti sembrano aver dimenticato. Poi anche la giustizia fa il suo, quindi il cammino dell’edificio riprende dopo dieci anni. Della serie: «Dove eravamo rimasti?».
Il Comune: tutto in regola
L’assessore all’Urbanistica del Comune di Latina, Annalisa Muzio, chiarisce in merito alla vicenda di via Piave. “Il permesso a costruire non è stato annullato, cosa poteva essere fatta semmai in autotutela durante la passata consiliatura, prima dell’emissione dell’ordinanza di demolizione, così come ribadito dal Tar. La stessa ordinanza di demolizione è stata annullata dal Tar”.
In secondo luogo, “il permesso a costruire, ai sensi dell’articolo 15, comma 2 e 4, del DPR 380/2001 è ancora valido, in quanto il fabbricato, al momento del sequestro, era definito ai sensi dell’articolo 31, comma 2 della legge 47/85 e dello stesso DPR 380/2001, ed il mancato complemento è dipeso dalle indagini e dal successivo sequestro. Vicenda penale, come noto ormai definita e archiviata”.
Per le opere di completamento, che riguardano ad esempio pavimenti e infissi, è stata presentata una Scia ai sensi del predetto articolo 15 del DPR 380/2001, che prevede tra l’altro anche il completamento della sistemazione esterna dell’area già prevista nel progetto originale.
“Infine – conclude l’assessore – il Comune di Latina non ha impugnato davanti al Consiglio di Stato la sentenza del Tar sulla demolizione in quanto, andare in secondo grado, avrebbe significato esporre l’ente a una condanna per risarcimento dei danni ai quali la società Piave Costruzioni ha rinunciato”.