La ragazza è affetta sin dalla nascita da psicosi. Si tratta di una patologia caratterizzata da una forte aggressività e pericolosità, sia verso se stessa che nei confronti di altre persone.
La storia
La ragazza sino al compimento del 21° anno di età era in affidamento, per disposizione del Tribunale per i Minorenni, ai Servizi Sociali del Comune di Ardea, sotto il controllo dell’ASL Roma 6.
“La ragazza, il 30 luglio 2023 è rientrata in casa per l’assenza di strutture adeguate a somministrare una adeguata cura”, si legge nella sentenza.
“Malgrado l’Unità di valutazione multidisciplinare avesse disposto l’attivazione dell’assistenza domiciliare per 12 ore giornaliere, tale servizio non ha mai avuto attuazione. Inoltre non veniva nemmeno fornito alcun riscontro alle istanze avanzate dal ricorrente e dirette alle amministrazioni attuali resistenti”.
“Seguiva il reclamo al tribunale per l’adozione dei provvedimenti sanitari necessari alla disabile.”
La sentenza non rispettata
Il 9 ottobre 2023, “rilevata la persistente omissione degli organi amministrativi nel fornire adeguate cure ed assistenza alla disabile”, il Tar ha emesso la sua sentenza.
Nella sentenza il tribunale ha statuito che Comune di Ardea e consorzio Ardea-Pomezia “dovranno, secondo le rispettive competenze, rilevata l’illegittimità del silenzio, di provvedere, entro e non oltre quindici giorni, dalla notifica della sentenza, alla formale definizione del procedimento attivato dall’istanza dell’amministrazione di sostegno del 5 agosto 2022, con l’adozione di un atto formale, che prenda posizione anche sulla completezza documentale”.
“Nessuna risposta e nessun provvedimento, così come nessun sostegno socio assistenziale è pervenuto alla famiglia, malgrado la chiara disposizione espressa dal Tar”, dice ancora la sentenza.
L’ipotesi di reato
Visto il silenzio di Comune e consorzio, il Tar ha nominato quale commissario ad acta per la puntuale esecuzione della decisione il sindaco di Ardea. Il sindaco avrà “facoltà di delega ad un dirigente l’Ufficio, che dovrà provvedere alla puntuale esecuzione del decisum entro e non oltre quindici giorni dalla partecipazione della presente ordinanza, cui è onerata la parte ricorrente”.
Il giudice rileva anche che il Comune di Ardea e il Consorzio potrebbero essere perseguibili del reato di omissione di atti d’ufficio. Per questo motivo ha trasmesso l’ordinanza alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Velletri “per quanto di competenza”.
Comune di Ardea e Consorzio Ardea-Pomezia, infine, dovranno pagare 2.500 euro di spese legali alla famiglia della disabile.
La replica del consorzio
“In qualità di direttore del Consorzio, sono a precisare come non corrisponda a verità il fatto che non si intenda prestare l’assistenza dovuta ad una persona affetta da disabilità”, ci scrive la Dott.ssa Katia Matteo.
“Nello specifico, il caso è molto più complesso di quanto descritto nell’articolo, in quanto la sua soluzione ha implicato e implicherà, la partecipazione di più Istituzioni. Inoltre, tengo a precisare che il Consorzio, sin dal primo momento del mio insediamento, si è adoperato per attivare l’intervento presso il domicilio del nucleo, tanto che nei giorni scorsi, l’equipe, in accordo con la famiglia, ha intrapreso il processo di attivazione del servizio, programmandone l’avvio”.
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