Ci sono voluti 14 anni di attesa per vedersi rispondere che no, non era possibile in quel tratto di litorale di Ardea creare una spiaggia attrezzata. Una risposta giunta a seguito di una denuncia querela all’autorità giudiziaria.
Perché il Comune di Ardea ha detto di no? L’amministrazione dell’epoca, che ha chiuso un procedimento iniziato quasi 27 anni fa, ha dato conto “di una precedente concessione sul tratto di spiaggia in contestazione già rilasciata dalla Capitaneria di Porto del 1991: infatti, questa circostanza risulta in contrasto sia con l’autorizzazione rilasciata dal Demanio”.
C’era in sostanza un errore ma se ne sono accorti dopo 14 anni. Non solo: nel 2000 era cambiata la normativa.
Le ragioni del No
Eppure il tribunale amministrativo regionale ha reputato di dare ragione al Comune, citato dal privato per il danno subito dalla lunga attesa.
“Quand’anche il Comune si fosse pronunciato prima dell’entrata in vigore della legge del 1999, non vi sono elementi per ritenere certo o anche solo più probabile che non il rilascio della concessione, se solo si considera che il rilascio di provvedimenti concessori su aree del demanio marittimo ‹‹spetta alla valutazione discrezionale dell’Amministrazione preposta alla cura del bene demaniale. Questa, pur soggetta ai comuni principi di coerenza e razionalità, apprezza l’alternativa fra la ordinaria conservazione alla libera fruizione collettiva e la destinazione all’uso speciale e riservato››”.
C’è di più: secondo il Tar, il privato se voleva una definizione più rapida non doveva attendere 14 anni prima di presentare la denuncia.
Risultato: ricorso bocciato, niente concessione e neanche il risarcimento. Naturalmente la vicenda è molto più complicata di come è stata descritta, ma è importante riflettere sui tempi lumaca della pubblica amministrazione.
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