Per il secondo anno consecutivo Gambero Rosso ha premiato con il massimo punteggio delle Tre Foglie la Dop Colline Pontine Agresti
1902.
L’olio extravergine premiato è un olio monocultivar, ovvero ottenuto con olive che provengono da una sola ed esclusiva coltura. In questo caso si tratta di sole olive Itrana in purezza provenienti da oliveti convertiti al biologico. Questi oliveti hanno ottenuto il riconoscimento di “Presidio
Slow Food Olivi Secolari”. Si trovano su terrazzamenti in alta collina recuperati dopo anni di abbandono nei territori di Itri e Sonnino, in provincia di Latina.
L’oliva Itrana, vanto della provincia di Latina
La varietà di oliva Itrana è stata giudicata dalla prestigiosa classifica mondiale New York International Olive Oil Competition tra le prime tre cultivar più apprezzate al mondo. È inoltre una delle tre cultivar ad avere la doppia Dop, sia per l’olio che per le olive.
L’oliva Itrana è un vero e proprio vanto della provincia di Latina, che ha travalicato le frontiere nazionali. Lo scorso anno infatti l’azienda libanese Bustan El Zeitoun ha ottenuto il Gold Award, il massimo riconoscimento, al Premio 2023 NYIOOC con un olio ottenuto da cultivar itrana trapiantata in quelle terre dove l’umanità ha iniziato a coltivare gli ulivi millenni fa.
Il recupero dei terreni abbandonati
Purtroppo molti terreni una volta destinati ad oliveto negli anni sono stati abbandonati.
In Italia solo negli ultimi 3 anni sono stati abbandonati 6 mila ettari di oliveti, la quasi totalità in aree interne collinari. L’abbandono è un fenomeno che interessa anche la provincia di Latina. Negli ultimi 30 anni infatti le superfici coltivate a oliveto si sono ridotte di oltre 2.000 ettari.
È quanto ha evidenziato Francesco Agresti, il titolare della società agricola Agresti 1902, produttrice dell’olio extravergine Dop Colline Pontine, che ha conquistato le Tre Foglie dal Gambero Rosso.
Per Agresti il recupero dei terreni abbandonati è di fondamentale importanza per le sue ricadute economiche, ambientali e sociali. L’abbandono dei terreni infatti comporta perdita di biodiversità, erosione del suolo, danni paesaggistici e idrogeologici. Danni che diventano ancora più rilevanti se a essere lasciati al loro destino sono terreni terrazzati delimitati da muretti a secco, i quali, senza manutenzione, finiscono per perdere il loro potere contenitivo.
Per questo motivo sette anni fa l’azienda Agresti ha iniziato a recuperare oliveti in alta collina su terreni terrazzati abbandonati, convertendoli al biologico. Si tratta di terreni difficili da lavorare e da raggiungere, che obbligano a svolgere manualmente tutte le attività colturali.
Un olio di qualità
Le difficoltà nel coltivare gli oliveti in alta quota sono compensate dalla qualità dell’olio che ha una più alta concentrazione di vitamina
E e antiossidanti. L’olio prodotto in alta quota sulle colline pontine, su terreni calcarei a prevalente esposizione sud ovest verso il Tirreno, ha infatti caratteristiche organolettiche e nutraceutiche uniche, in grado di conquistare il naso e il gusto dei consumatori più esigenti.
Si tratta di una produzione di pregio che ha ottenuto riconoscimenti in tutto il mondo. Il 60% della produzione viene infatti esportata.
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