Parliamo di 20mila metri cubi di cemento, un volume che, per intenderci, potrebbe equivalere a circa 100 normali appartamenti. Il Piano doveva sorgere a Nemi su via dei Corsi.
Ora il privato chiede i danni, ma, a nostro avviso, questa iniziativa giudiziaria sembra in realtà un tentativo per riaprire la trattativa con Regione Lazio e Parco dei Castelli.
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Si tratterebbe, in caso di via libera, di un progetto in variante al Piano Regolatore Edilizio comunale da richiedere al Comune di Nemi. Il Piano edile è nato nel 2014, ma venne bocciato dal Tar del Lazio nel lontano 2016.
Prevedeva volumetrie sia di carattere residenziale che non residenziale. Ivi incluso un centro turistico – ricettivo con annessa spa, ossia un centro benessere.
L’intera vicenda sembrava ormai molta e sepolta. Ma invece il nostro giornale, alla luce degli ultimi sviluppi, è convinto che lo stesso privato stia tendando di riavviare una trattativa per l’avvio del Piano edile-urbanistico su area con vincoli di vario genere.
Il progetto era stato bloccato dalla Regione Lazio nel 2015. La Direzione Regionale Territorio, Urbanistica, Mobilità e Rifiuti (Area Autorizzazioni Paesaggistiche e valutazione ambientale strategica) il 3 dicembre 2015, aveva rigettato l’istanza di accertamento di compatibilità paesaggistica. Blocco poi confermato da una sentenza del Tar del 2016.
La richiesta di danni
Eppure il privato proponente nel 2018 ha presentato una istanza per chiedere, si legge sugli atti giudiziari:
“…il risarcimento dei danni causati in conseguenza di illegittimi dinieghi di autorizzazione del Programma integrato di intervento di iniziativa privata in Nemi, loc. Corsi. Annullati con la sentenza n.5640/2016 emessa dal TAR Lazio – Sezione Seconda Bis, a seguito di ricorso n.8280/2014 ed attualmente passata in giudicato, essendo stata notificata il 31.5.2016 e il 6.6.2016, e non impugnata”.
Il TAR lascia la porta aperta
“Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio – si legge in una ordinanza del Tar del Lazio del 31 maggio – assegna alle parti 15 giorni per presentare memorie vertenti sulla questione indicata nella parte motiva”.
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