L’Arpa Lazio, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, domenica sera ha installato un campionatore ad Anzio, all’esterno del sito andato a fuoco, per rilevare eventuali sostanze inquinanti presenti nell’aria.
Nella tarda serata di ieri sono stati pubblicati i risultati e non sono confortanti.
I risultati dell’aria ad Anzio dopo l’incendio
“In relazione all’incendio che si è verificato in data 14/07/2024 presso la Società Eco-Imballaggi di Anzio – si legge sul documento – l’ARPA Lazio è intervenuta, come di consueto, per effettuare il monitoraggio della qualità dell’aria a supporto degli enti locali e sanitari cui competono le valutazioni in merito ai possibili rischi per la salute e ai comportamenti da seguire”.
“A questo fine, il personale dell’Agenzia ha installato un campionatore ad alto volume, strumento necessario per verificare l’eventuale presenza in aria di sostanze inquinanti come idrocarburi policiclici aromatici, PCB e diossine, a poca distanza dall’area interessata dall’incendio. Le attività di monitoraggio sono ancora in corso”.
Diossina alta ad Anzio
Per quanto riguarda le diossine, sono stati rilevati valori di 16 pg/m3, picogrammi per metrocubo.
Che significa?
Non esiste un riferimento normativo in aria ambiente, ma l’organizzazione mondiale della sanità Oms (nel documento Air Quality guidelines for Europe 2000) stima concentrazioni di tossicità equivalente di diossine e furani in ambiente urbano pari a circa 0,1 pg/m3, anche se è elevata la variabilità da zona a zona.
Concentrazioni superiori a 0,3 pg/m3, invece, indicano la presenza di una fonte di emissione localizzata, ovvero significano che l’incendio ha effettivamente generato diossina.
Ad Anzio questo valore è 16: vuol dire che c’è una forte e preoccupante presenza di diossina
Benzo(a)pirene, niente dati dopo l’incendio
Tra gli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) normalmente rilevabili il benzo(a)pirene è l’unico composto per il quale il d.lgs. n.155/2010 prevede un valore limite come concentrazione media annua pari a di 1 ng/m3; tuttavia tale limite, appunto in quanto media annua, non è direttamente confrontabile con i valori misurati in occasione di incendi, e viene riportato solo come riferimento informativo.
Per questo specifico valore non sono stati ancora forniti i dati in quanto l’analisi è ancora in corso.
Policlorobifenili
Nemmeno per quanto riguarda i Policlorobifenili (PCB) esistono limiti normativi.
Il già citato documento OMS indica che le misure di concentrazioni in area ambiente danno risultati estremamente variabili oscillanti tra 3 pg/m3 (in siti non industriali) e 3.000 pg/m3 (in siti industriali o aree urbane).
Ad Anzio, nei pressi dell’incendio il valore è di 1.430 pg/m3. Certo non un dato positivo.
Ma a cosa servono i dati 3 giorni dopo?
Riepilogando, questa è la tabella pubblicata dall’Arpa, relativi a campioni prelevati tra il 14 e il 16 luglio
I dati pubblicati mercoledì 17 luglio, dice l’Arpa, sono relativi dunque al campione tra il 14 e il 16 luglio.
E la prima domanda che subito ci si pone è:
“Ma a cosa mi servono i dati di 3 giorni fa e non sapere quelli di oggi?
Perché l’Arpa comunichi ai cittadini i dati in questa maniera non ci è stato mai spiegato. Anche nei momenti delle peggiori emergenze ambientali, l’Arpa centellina i dati quando la popolazione vorrebbe invece conoscerli in tempo reale.
Abbiamo nel tempo sentito diversi pareri, ma nessuna versione ufficiale. È probabil e che l’Arpa i dati li possa avere quasi in tempo reale. Perché non li pubblichi subito è un mistero.
Comunque, anche con 3 giorni di ritardo i dati possono servire.
Sappiamo infatti che ci sono alcuni valori di inquinanti troppo alti, per cui è meglio pensare a contromisure che tutelino la nostra salute e quella degli animali.
Ad esempio, prima di consumare frutta e verdura è meglio lavarla con particolare attenzione. Se abbiamo delle ciotole o altro dove far bene animali è meglio cambiare l’acqua. Altre precauzioni sono di eliminare con molta attenzione tutti gli accumuli di polvere, non far pascolare bestiame all’aperto per un po’ di tempo e, in città, di pulire i filtri dei condizionatori. Ma questi sono solo alcuni esempi.
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