Doveva portare ossigeno alle casse del Comune di Velletri, ma tra ritardi, errori e una generale disorganizzazione, l’ASV (Azienda Speciale Velletri) ha fatto perdere all’ente locale quasi due milioni di euro. Ormai prescritti i crediti che dovevano essere riscossi da chi non ha pagato l’acqua. E tutto per colpa dei tre direttori generali che, negli ultimi dodici anni, si sono alternati alla guida dell’azienda. Questa almeno la convinzione maturata dalla Corte dei Conti, al termine di una specifica indagine delegata al Nucleo di polizia tributaria di Roma.
L’accertamento è stato disposto dopo che lo stesso direttore generale dell’Azienda Speciale Velletri ha comunicato alla magistratura contabile che diversi crediti erano andati prescritti. La Procura presso la Corte dei Conti ha voluto verificare se vi fosse stato un danno erariale per la mancata riscossione di canoni arretrati ed eccedenze idriche a Velletri, tra il 2000 e il 2005. Gli inquirenti hanno così appurato che l’ASV, ente strumentale per la gestione di servizi pubblici e per la riscossione di tributi locali, nel 2002 aveva siglato una convenzione con il Comune, per occuparsi anche del settore idrico e, già dall’anno precedente, si era vista affidare il recupero dei canoni arretrati per utenze ed eccedenze dell’acqua, non riscossi dal precedente gestore, Dall’indagine è emerso che, tra carenze di organico, errori nella formazione degli atti ingiuntivi e il mancato aggiornamento della banca dati degli utenti, nel 2006 tale attività era stata sospesa e, tre anni dopo, la stessa azienda aveva accertato che vi erano crediti che non potevano più essere riscossi per 1,7 milioni, somma tra l’altro lievitata negli anni successivi. Nessun dubbio per la Corte dei Conti: il danno per il Comune di Velletri è di 1,9 milioni e i responsabili, tra un ritardo e l’altro, sono i tre direttori generali che, dal 2001 al 2013, si sono succeduti al vertice dell’Azienda speciale.