Domnar, all’epoca 23enne, era alla guida su un’auto rubata, senza patente e soprattutto sotto effetto di alcol e cocaina: viaggiava contromano sulla Nettunense quando ha tragicamente impattato contro l’auto in cui viaggiava la famiglia Manzi, la mamma Giannina, le due figlie Stella e Selvaggia ed i due figliastri. Dopo essere fuggito dai domiciliari ed essersi reso irreperibile per oltre un anno, poi rintracciato in Irlanda ed estradato esattamente un anno fa, a Daniel è stato negato per due volte il patteggiamento. Accusa e difesa si sono scontrate sul fatto che Stella non fosse assicurata alle cinture di sicurezza al momento dell’impatto: una attenuante che ha influito sulla responsabilità dell’imputato.
Ieri Domnar aveva chiesto scusa alla famiglia Manzi per il dolore causato dal suo comportamento, ma aveva chiesto di non essere additato come un assassino perché si era trattato di un errore, il primo della sua vita. Una dichiarazione che non ha soddisfatto la famiglia Manzi, che anzi ha ritenuto quelle scuse tardive.
Comprensibile la rabbia della mamma di Stella per questa sentenza che non rende giustizia alla morte tragica di una bambina di appena 9 anni. “Ditemi voi cosa dovrei dire alla mia bambina quando non vorrà rispettare le regole, non vorrà studiare, vorrà fare il suo comodo – scrive mamma Giannina, riferendosi all’altra sua figlia, Selvaggia -. Non abbiamo difese, noi che viviamo solo del sudore della nostra fronte e con lo spauracchio di poter perdere quel poco che si ha”.
E ancora: “”Per ora non voglio più parlare e per tre o quattro giorni sarò lontano da qui, a posto con la mia coscienza per essermi battuta e non aver permesso, per quanto mi è permesso di infangare la memoria delle mie figlie”.