Il sostituto procuratore Gregorio Capasso aprì un’inchiesta, arrivando poi a chiedere il giudizio per A.D.R., che ha scelto di essere processato con rito abbreviato, ovvero allo stato degli atti. Il difensore dell’imputato, l’avvocato Lorenzo Ciurleo, ha puntato su una serie di incongruenze nella vicenda, avendo parlato la mamma del minore di un palpeggiamento e il ragazzino di uno schiaffo al sedere, oltre che di molestie verbali andate avanti per mesi all’interno della palestra. Contestata poi l’ipotesi che il settantenne girasse nudo davanti al ragazzino, non avendo confermato tale particolare alcun testimone. Il presunto caso di pedofilia ha inoltre portato a un altro processo, per il quale è iniziata l’istruttoria e che è stato poi rinviato al prossimo anno. Ricevuta la confidenza sulle molestie dal sedicenne, il patrigno entrò infatti nella palestra e aggredì il settantenne, colpendolo con due pugni e provocandogli un trauma cranico che fece finire il romano in coma.
Per quei fatti venne denunciato il patrigno del ragazzino ed è appunto in corso il processo a carico di quest’ultimo, davanti al giudice Laura Morselli. Un processo in cui A.D.R., rimasto claudicante, con problemi a un braccio e difficoltà a parlare, si è costituito parte civile. Nel processo per la presunta violenza sessuale e le presunte molestie, riconoscendo l’attenuante legata a un fatto di lieve entità, il giudice Ferri ha infine condannato il 70enne a un anno e due mesi di reclusione, a fronte di una richiesta di condanna a due anni formulata in aula dal pm Giuseppe Miliano. Il giudice infine ha riconosciuto ottomila euro di risarcimento del danno alla parte civile, la mamma del minore, costituitasi tramite l’avvocato Claudio Maria Cardarello.