De Nicola sostiene: «Riferendoci all’edilizia, il termine “crisi” potrebbe risultare fuorviante, piuttosto parlerei di “salto epocale”, il mondo dell’edilizia sta vivendo lo stesso cambiamento che sta coinvolgendo la società civile: chi costruisce oggi deve mettere in campo maggiore competenza e qualificazione nei nuovi indirizzi di concezione di un edificio. Basti pensare alla collocazione nelle classi energetiche, già in atto, che in futuro assumerà maggiore importanza rispetto al fattore estetico». Si è schierato dalla parte della teoria del cambiamento anche Massimo Prinzi, imprenditore marinese: «Il mondo di chi costruisce le case, così come quello di chi le acquista, sta mutando, un tempo contava molto l’estetica, ora si guarda maggiormente ai materiali».
Nonostante il cambiamento che sta avvenendo, il dato di fatto è sotto gli occhi di tutti: la costruzione degli edifici è rallentata e secondo De Nicola le cause sono anche politiche: «ICI, IMU e via dicendo non hanno aiutato, senza considerare la confusione che ancora regna sul tema; l’italiano, automaticamente, come prima e sintomatica reazione ha deciso di non acquistare più neanche la prima casa». Nonostante la situazione non sia delle più rosee, Prinzi sottolinea come un barlume di luce ci sia: «Il mercato ha rallentato, ma non è morto, la gente riflette molto di più; detto questo è innegabile che in questo momento comprare casa conviene, i prezzi e i mutui sono al minimo storico». Una speranza per il futuro l’ha individuata anche De Nicola: «Costruire si, ma soprattutto conservare, recuperare e riqualificare quanto di costruito c’è già. Questo può rappresentare un enorme fattore di rilancio dell’edilizia. E poi, se la più grande corrente artistica e culturale dell’umanità, “Il Rinascimento”, è nata e si è sviluppata in Italia, ci dovrà pur essere un buon motivo!».