Secondo quanto ricostruito la donna era costretta a subire atti persecutori da circa due anni, dopo che la “stalker” aveva dichiarato all’amica di nutrire nei suoi confronti un forte interesse sentimentale che andava ben oltre la loro amicizia. Quest’ultima, fidanzata, aveva il proprio disinteresse nei confronti dell’amica che, da quel momento, aveva attuato una serie di condotte persecutorie che avevano generato un perdurante stato di ansia alla vittima stessa ed al fidanzato.
La “stalker” in preda ad un forte sentimento di gelosia aveva l’incolumità della coppia prospettando “raid punitivi” dai quali avrebbero avuto gravi conseguenze. Contestualmente aveva iniziato la messa in atto di comportamenti insistenti ed intrusivi a cui si aggiungevano i pedinamenti che hanno generato un forte stato di pressione psicologica e di “controllo”. In alcuni casi la destinataria della misura cautelare era giunta fin sotto all’abitazione del “rivale in amore” ed in una circostanza, non vedendolo arrivare, aveva citofonato per verificarne la presenza.
A questi episodi si aggiungono i numerosi messaggi inviati sia telefonicamente che tramite social network, nei quali la “stalker” continuava a dichiarare il proprio interesse sentimentale. A questi seguivano minacce anonime che grazie all’attività investigativa sono state ricondotte alla stessa indagata.
L’attività investigativa ha consentito di dare riscontro alle numerose querele presentate dalla vittima tramite servizi con personale ed auto di copertura ed accertamenti tecnici grazie ai quali è stato possibile verificare i pedinamenti della “stalker”. La vicenda ha avuto epilogo con l’accoglimento delle richieste della Polizia giudiziaria nei confronti dell’indagata per i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari. Alla stessa è fatto divieto di avvicinarsi all’abitazione ed ai luoghi frequentati dalla vittima e dai prossimi congiunti con l’obbligo di mantenere una distanza minima di 500 metri ovunque si trovino e con il divieto di comunicare con qualsiasi mezzo.