In realtà per la morte della ragazza è in corso un altro procedimento giudiziario presso il Tribunale di Ancona. La tesi sostenuta dalla famiglia e riportata nelle memorie difensive della madre è che Arianna abbia conosciuto l’eroina nel centro di recupero dove è stata per tre mesi. Prima di quel momento avrebbe fatto uso solo di droghe leggere. “Tengo a precisare – si legge nelle memorie difensive presentate dalla mamma di Arianna – che la decisione di trasferire Arianna nel centro è stata presa dal padre senza passare né attraverso i servizi sociali né tantomeno attraverso il Tribunale dei Minori e che i responsabili hanno ritenuto sufficiente la sola firma del padre per trattenere mia figlia, nonostante fossero a conoscenza del mio dissenso e che Arianna era affidata congiuntamente ad entrambi i genitori. Fatto sta – scrive la mamma – che nel centro Arianna vive tre lunghissimi mesi in un ambiente di promiscuità ed a strettissimo contatto con persone adulte e con gravissimi e seri problemi di tossicodipendenza, sicuramente in un clima ed in un ambiente inadatto al suo stato psicofisico e senza alcuna cautela particolare in relazione alla sua minore età”.
La versione della madre, dunque, è che la ragazza abbia conosciuto l’eroina proprio nel centro dove sarebbe dovuta “guarire”. “Posso affermare con certezza – si legge ancora nelle memorie difensive – poiché la sottoponevo a frequenti visite, analisi e controlli, che Arianna non ha mai fatto uso di eroina, almeno fino al suo ingresso al centro. Nel centro, invece di vigilare su condotte chiaramente vietate soprattutto alla minore, addirittura vi erano tutte le condizioni per favorirle”. Ma non è tutto: la mamma tira fuori altri ulteriori elementi che sarebbero venuti fuori dalle indagini effettuate da lei con l’ausilio di avvocati. Tra questi il fatto che Arianna dormisse abitualmente con una persona più grande di lei, nonostante il regolamento del centro lo vietasse. Insomma, per la famiglia il processo principale che riguarda la morte di Arianna deve ancora iniziare. Quello su cui vuole fare chiarezza è perché quando è entrata faceva uso di cannabis e pochi giorni dopo dall’uscita dal centro sia morta nel bagno della casa del papà per overdose di eroina. “Si sottolineano tali notizie – scrive ancora la madre nella conclusione delle memorie difensive – all’Autorità competente, salvo ulteriori approfondimenti che la stessa riterrà opportuni e doverosi, al fine di verificare se quelle che appaiono come omissioni di grave rilevanza da parte del centro o di altri soggetti coinvolti nella vicenda possano ritenersi cause rilevanti con il decesso di mia figlia”.