«Come potete vedere, la straordinaria bellezza di questo palazzo è deturpata dallo stato di degrado e sporcizia in cui si trova. Quando ho visto la facciata del palazzo, subito dopo tolti i ponteggi, ancora coperta di sudiciume, ho pensato: “ora basta”, e ho pubblicato il primo post, con le foto». Un mucchio gigantesco di pattume prima nascosto alla vista e che, all’improvviso, è saltato fuori. In poche ore, questo sfogo personale si è trasformato in un caso pubblico. «Sono stata inondata di post e messaggi, anche da parte di amministratori e politici locali. Sta di fatto che la mattina successiva la municipalizzata si è precipitata sul posto per le pulizie richieste, alla presenza di autorità comunali, vigili urbani, assessori, consiglieri e politici di maggioranza e opposizione». Due giorni dopo, però, la professoressa è tornata alla carica con un nuovo post: «Con la mia seconda denuncia pubblica, invece, ho voluto segnalare che uno degli ingressi laterali di palazzo Pamphilj (ndr, quello di via Leonardo Murialdo), a due passi dal vicino comprensorio scolastico e sportivo, è completamente aperto, di giorno e di notte, col pericolo d’ingresso sia di ragazzini, che sono liberi di compiere scorribande in giro per la gigantesca struttura, sia di senzatetto. Lo stato precario della muratura costituisce un pericolo reale e concreto per tutti costoro. Alcune ali del palazzo sono crollate, altre stanno per cedere. I solai sono andati completamente distrutti e buona parte delle scalinate sono sul punto di implodere su se stesse. Ma penso, non da ultimo, anche al rischio di incendi accidentali o dolosi, considerata la presenza di materiali di varia natura sparsi un po’ ovunque. In questo caso, però, non ho ricevuto ancora risposta. Perché?». E, in effetti, si accede indisturbati nel palazzo, e si può visitarlo per intero. Il Caffè ha documentato quanto sostenuto dalla professoressa e constatato la presenza di stanze adibite a vere e proprie “camere private” con letti, mobili e televisione. «Lo stato di incuria di questo palazzo, certo – chiosa la prof Lucarini – grida vendetta. Ma, purtroppo – continua la prof – anche il resto del centro storico non se la passa meglio.
Penso alla limitrofa via San Filippo Neri, chiusa al traffico da due anni a causa dello stato rovinoso in cui si trova un altro palazzo storico. O alla pittoresca Via Saffi, in cui buona parte della carreggiata stradale è impedita al transito a causa di edifici ridotti a un mucchio di macerie. O al ‘corso di sopra’ (corso De Gasperi, ndr), in cui si trova un palazzo con ancora ben visibili i segni dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, anch’esso a rischio cedimento. O proprio a piazza San Paolo, divenuta un parcheggio di servizio. Per non parlare, infine – affonda la docente – della pulizia e illuminazione delle strade del centro storico, del tutto insufficiente. Era stato promesso un piano urbanistico di recupero e riqualificazione, ma tutti noi residenti stiamo ancora aspettando». Tanta, ma davvero tanta volumetria abbandonata a se stessa che potrebbe e dovrebbe essere, invece, recuperata, riutilizzata e valorizzata per scopi pubblici, privati e commerciali.