Sulla sommità del tridente seicentesco, ad Albano, c’è uno degli edifici monumentali più rinomati del popoloso e popolare quartiere San Paolo: palazzo Pamphilj. Si erge tra Piazza San Paolo (nei pressi del seminario vescovile), via San Gaspare del Bufalo e via Leonardo Murialdo. Quest’ultima via, già inserita nel catasto gregoriano, collegava anticamente chiesa e piazza San Paolo al Duomo, sede del patrono cittadino, San Pancrazio. Da tempo l’imponente palazzo viene considerato a rischio crollo, tant’è che è a metà novembre si sono verificati dei crolli,dopo essere stato “imbragato” per un decennio da un vistoso ponteggio di contenimento che ha oscurato la grazia dell’incantevole piazza su cui affaccia la testata principale della struttura. Qualche settimana fa, però, nonostante non vi siano in corso lavori di ristrutturazione o consolidamento, Palazzo Pamphilj è stato liberato dalle impalcature, tornando di nuovo interamente visibile e finendo inaspettatamente alla ribalta, a causa di due “denunce” pubbliche su facebook. A lanciarle la stimatissima professoressa del liceo Joyce di Ariccia, Corinna Lucarini, cittadina adottiva di Albano.
«Come potete vedere, la straordinaria bellezza di questo palazzo è deturpata dallo stato di degrado e sporcizia in cui si trova. Quando ho visto la facciata del palazzo, subito dopo tolti i ponteggi, ancora coperta di sudiciume, ho pensato: “ora basta”, e ho pubblicato il primo post, con le foto». Un mucchio gigantesco di pattume prima nascosto alla vista e che, all’improvviso, è saltato fuori. In poche ore, questo sfogo personale si è trasformato in un caso pubblico. «Sono stata inondata di post e messaggi, anche da parte di amministratori e politici locali. Sta di fatto che la mattina successiva la municipalizzata si è precipitata sul posto per le pulizie richieste, alla presenza di autorità comunali, vigili urbani, assessori, consiglieri e politici di maggioranza e opposizione». Due giorni dopo, però, la professoressa è tornata alla carica con un nuovo post: «Con la mia seconda denuncia pubblica, invece, ho voluto segnalare che uno degli ingressi laterali di palazzo Pamphilj (ndr, quello di via Leonardo Murialdo), a due passi dal vicino comprensorio scolastico e sportivo, è completamente aperto, di giorno e di notte, col pericolo d’ingresso sia di ragazzini, che sono liberi di compiere scorribande in giro per la gigantesca struttura, sia di senzatetto. Lo stato precario della muratura costituisce un pericolo reale e concreto per tutti costoro. Alcune ali del palazzo sono crollate, altre stanno per cedere. I solai sono andati completamente distrutti e buona parte delle scalinate sono sul punto di implodere su se stesse. Ma penso, non da ultimo, anche al rischio di incendi accidentali o dolosi, considerata la presenza di materiali di varia natura sparsi un po’ ovunque. In questo caso, però, non ho ricevuto ancora risposta. Perché?». E, in effetti, si accede indisturbati nel palazzo, e si può visitarlo per intero. Il Caffè ha documentato quanto sostenuto dalla professoressa e constatato la presenza di stanze adibite a vere e proprie “camere private” con letti, mobili e televisione. «Lo stato di incuria di questo palazzo, certo – chiosa la prof Lucarini – grida vendetta. Ma, purtroppo – continua la prof – anche il resto del centro storico non se la passa meglio.
Penso alla limitrofa via San Filippo Neri, chiusa al traffico da due anni a causa dello stato rovinoso in cui si trova un altro palazzo storico. O alla pittoresca Via Saffi, in cui buona parte della carreggiata stradale è impedita al transito a causa di edifici ridotti a un mucchio di macerie. O al ‘corso di sopra’ (corso De Gasperi, ndr), in cui si trova un palazzo con ancora ben visibili i segni dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, anch’esso a rischio cedimento. O proprio a piazza San Paolo, divenuta un parcheggio di servizio. Per non parlare, infine – affonda la docente – della pulizia e illuminazione delle strade del centro storico, del tutto insufficiente. Era stato promesso un piano urbanistico di recupero e riqualificazione, ma tutti noi residenti stiamo ancora aspettando». Tanta, ma davvero tanta volumetria abbandonata a se stessa che potrebbe e dovrebbe essere, invece, recuperata, riutilizzata e valorizzata per scopi pubblici, privati e commerciali.