«Senta la mia voce, si è abbassata, non respiro più come prima… non ce la facciamo più con questi cattivi odori a tutte le ore del giorno e della notte!». Sintetizza così l’esasperazione di chi da anni chiede lumi sull’impianto di trattamento dei rifiuti organici Kyklos in via Le ferriere, nel territorio del Comune di Aprilia, confinante con Nettuno e Latina. Un’area agricola nella quale, già da diverso tempo, gli abitanti lamentano di essere costretti a vivere con odori nauseabondi a tutte le ore, del giorno e della notte. Miasmi che oggi la stampa, compresa quella nazionale, ha verificato direttamente in loco. Sul posto sono sopraggiunti infatti molti giornalisti, anche di canali nazionali, come Tg Uno, Tg Tre e Studio Aperto, a seguito della tragedia in cui hanno perso la vita due autotrasportatori di autobotti per il trasporto del percolato mentre erano all’opera presso l’impianto Kyklos, che fa capo all’Acea. Alle troupe televisive alcuni residenti hanno esternato il loro dispiacere per l’accaduto e l’amarezza di dover convivere con uno stabilimento “blindato” sul quale non riescono ad avere informazioni certe e complete dalle istituzioni, a cominciare dalla Provincia di Latina e dalla Regione Lazio. C’è chi si è mobilitato in passato, allarmato anche dal progetto di realizzare presso lo stesso sito una centrale a cosiddetto “bio”-gas, una sorta di metano estratto dai rifiuti con cui generare poi elettricità superincentivata da ricchi sussidi statali. Un procedimento industriale che produrrebbe ulteriori rifiuti anche speciali. Oltre al percolato. «Per noi, se è vero che qui fanno concime, sarebbe pure comodo, potremmo comprarlo da loro. Ma qui non si sa niente… sono troppo potenti… », ha detto a il Caffè un giovane coltivatore diretto che vive e conduce l’azienda agricola di famiglia davanti la Kyklos.
28/07/2014