A Roma e nel Lazio la mafia esiste ed è anche un fenomeno strutturato. Parola del procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone. Inutile negarlo o provare a ridimensionare il fenomeno: i dati parlano chiaro. In particolare, il litorale romano e il basso Lazio sono nelle mani delle cosche mafiose. E la provincia di Latina è tra quelle più colpite da questi fenomeni criminali.
È quanto emerge dal secondo rapporto dell’osservatorio Luiss sul Pil delle organizzazioni criminali dal titolo ‘Il pil delle mafie, il nuovo ordine criminale del Lazio e la guerra silenziosa del 416bis’.
La Mafia c’è: inutile negare
Per quanto riguarda la situazione specificatamente regionale e della capitale, il procuratore capo Pignatone ha spiegato che «c’è una presenza strutturata della mafia tradizionale nella zona meridionale della regione» ma nelle aree più vicine a Roma «le indagini dell’ultimo anno hanno fatto emergere un dato significativo: la presenza di organizzazioni mafiose classiche nella zona di Ostia».
I numeri fanno spavento: le organizzazioni criminali nel Lazio maneggiano liquidi tra i 614 milioni e 1,1 miliardo di euro. Dallo sfruttamento della prostituzione al traffico di droga, dalla contraffazione all’usura e alle estorsioni: queste sono le strade che portano i milioni alle cosche.
Fitta rete criminale anche a Latina
Il dossier analizza la presenza delle organizzazioni criminali sul territorio del Lazio dal quale emerge una «fitta rete criminale che imbriglia l’intera regione, con particolare riguardo ai centri di produzione economica più significativi», il tutto comandato «da famiglie, anche collegate alle mafie tradizionali, stanziatesi a ridosso degli anni Ottanta nei territori nevralgici dell’economia romana, il cui mercato ha risentito in negativo di tali influssi».
Proprio la provincia di Latina, secondo il rapporto, sarebbe quella maggiormente afflitta da questi fenomeni criminali, interessata da maxi-sequestri di beni per un totale che sfiora i 300 milioni di euro.
L’obiettivo del Rapporto 2013 è tenere alto il livello di attenzione sul territorio del Lazio, illustrando come la criminalità organizzata si sia infiltrata e abbia messo radici in zone come Ostia e nella provincia di Latina, dove spicca il caso di Fondi, una città su cui solo la politica continua a negare la presenza della criminalità organizzata.
La crisi foraggia le mafie
Premessa essenziale per comprendere la leva che dà impulso al potere economico delle mafie è l’inaridimento del tessuto economico della regione, dovuto alla crisi economica: nella prima parte del 2013 le banche hanno ridotto i finanziamenti alle imprese del 10%, rispetto all’anno precedente; nel solo Lazio, nei primi dieci mesi dello stesso anno i fallimenti delle aziende sono aumentati del 15%. A fronte di questo stato di cose, la criminalità organizzata dispone di una massa sempre maggiore di liquidità, pronta ad essere investita.
Lazio prima regione per riciclaggio
Nel dossier si riportano dati della Direzione Nazionale Antimafia e della Dia: nel 2012 sono stati aperti 279 procedimenti dalla Dda capitolina (rispetto ai 201 del 2011 con un +39 per cento) di cui 17 ipotizzano il 416bis; nel 2011 il Lazio è stata la prima regione per sequestri di droga con quasi 8mila chili; la provincia più colpita dalla criminalità organizzata è Latina con 280 milioni di euro tra beni confiscati e sequestrati; il Lazio (secondo dati relativi al secondo semestre 2012 della Dna) è la prima regione per riciclaggio con 985 segnalazioni dallo Uif e la prima regione per arresti per riciclaggio con 81 persone in manette.
Ostia in mano alla mafia
Il rapporto, oltre a citare tra le più afflitte dal fenomeno la provincia di Latina, si sofferma anche sul litorale romano. «Quella di Ostia – si legge – sembra un tipo di organizzazione che impone il modus operandi descritto dall’articolo 416bis (associazioni criminali di tipo mafioso, ndr.) che circoscrive le associazioni criminali di stampo mafioso: vere e proprie strutture che incarnano quel modello con il controllo capillare del territorio. «Ad Ostia – ha detto Pignatone – in un anno di indagini abbiamo messo in luce un controllo criminale di questo quartiere di Roma, che conta 200mila persone. E non dimentichiamoci che Reggio Calabria ne ha 180mila. A Ostia è stata messa in luce, al momento, una mafia militare. Un primo livello di controllo territoriale che si nutre di traffico di droga e armi, e che si mette in atto attraverso episodi incendiari intimidatori e tentati omicidi».
19/12/2013