IL CANALE CHE SCORRE IN SENSO CONTRARIO
Nel depuratore di Latina Lido (definito “obsoleto” dalla relazione dello stesso Giovannetti nel 2007) ci si può entrare comodamente da un varco nella recinzione. Proprio qui ci siamo imbattuti nella prima stranezza. L’impianto è collocato al fianco di Foce Verde, che è lo sbocco del canale delle Acque Alte (cosiddetto Canale Mussolini). Fin dai tempi della Bonifica, proprio lì da una chiusa, regolabile manualmente, dovrebbero passare tutti gli scarichi dell’impianto e le acque dei canali Colmata e Mastropietro. Ci si aspetterebbe un bella portata. Invece il flusso era ed è minimo. Dunque la restante massa d’acqua, compresi i reflui del depuratore, finisce altrove. Cosa succede? L’acqua va al contrario, in contropendenza. Sì, invece di sfociare a mare dalla sua normale uscita, fa uno strano percorso fino a Capoportiere, ossia in senso opposto alla direzione che dovrebbe avere. Basta seguirne il corso e si vede che arriva là dove c’è l’idrovora del Consorzio di Bonifica (foto grande in alto), a circa 5 chilometri dal depuratore, che nei periodi autunnali di piena scarica l’acqua a largo, lontano dalla spiaggia attraverso un tubo sotterraneo. E così occhio non vede e cuore non duole. Presso quella idrovora quasi ogni estate si verificano morie di pesci. Lo stato di efficienza del depuratore, poi, è quello che si vede nelle foto (qui sopra e a destra) con le vasche di percolamento sottoutilizzate. I tubi rotanti, che dovrebbero spruzzarvi acqua per il ciclo primario di depurazione, erano pressoché fermi. E come vengono “trattati” i reflui dei 15.000 abitanti equivalenti per cui è progettato l’impianto? Nell’apposito “punto di prelievo fiscale” – una vasca di cemento – è collocato un by-pass che porta i reflui nel canale (foto in alto). Lì abbiamo trovato acqua di colore non chiaro, abbondante schiuma in superficie e materiale organico in sospensione, nonostante il fatto che una grande macchina, perennemente in funzione, tenti di riprocessare lo scarico dello stesso depuratore. cicerchia: Lavori infiniti e cartelli ritoccati Ben peggiore è lo stato del depuratore di Latina Cicerchia (il più grande dell’ATO 4), che insieme a quello di Latina Est serve l’intero abitato del capoluogo. Sempre l’Ing. Giovannetti, nella sua relazione del 2007, comunicò che entrambi i depuratori erano privi di autorizzazione allo scarico per “espresso diniego da parte della Provincia di Latina, responsabile delle apposite autorizzazioni”. Quella stessa Provincia, che poi è anche l’ente coordinatore dei Comuni dell’ATO, a loro volta “controllori” della gestione di Acqualatina, pur essendone soci. Sempre nel cosiddetto “punto fiscale di prelievo”, abbiamo riscontrato una grande quantità di materiale organico in sospensione; una barriera di superficie impediva alla parte grossolana (che sarebbe risultata quindi visibile nel canale) di defluire, ma il colore dell’acqua di scarico non lasciava spazio ad interpretazioni. Infatti le macchine che fanno funzionare i biofiltri erano spente e all’ingresso del by-pass si notava la presenza di abbondante schiuma. Presso quel depuratore sono in corso da anni lavori di adeguamento (spese “a carico della tariffa” precisò lo stesso Giovannetti nel 2007); lavori che abbiamo trovato ben lontani dalla conclusione. Sul cartello con i nomi delle ditte e i dati dell’appalto, una toppa adesiva indica come data della conclusione dei lavori il settembre 2009. In realtà su quello stesso cartello (e sotto quella toppa), a novembre 2007 trovammo scritta la fine-lavori per il 31/12/2007 (vedi foto). A proposito di chi “tarocca” i dati. E le date.