La mozione impegna la giunta a concedere pene alternative a coloro ai quali restano da scontare pene inferiori ai diciotto mesi, compresi i fissa dimora. «Dai dati in possesso dell’amministrazione penitenziaria è possibile stimare – si legge nella mozione -, come potenziali beneficiari dell’istituto previsto dalla norma sopra citata, ma che tuttavia ne restano esclusi proprio perché prive di un domicilio, un numero complessivo di circa 1.157 persone al quale va aggiunto il numero di coloro che hanno dichiarato un domicilio non idoneo alla misura che, per quanto riguarda la Regione Lazio, è di circa 300 persone».
«L’impegno che si chiede alla Giunta proprio in questo momento di massima urgenza, siamo probabilmente al picco dei contagi, è quello di farsi carico nei confronti del Governo di richieste per incrementare sia le risorse disponibili e sia ampliare il numero dei possibili beneficiari di queste misure. Insomma – ha concluso Capriccioli – chiediamo che tutti coloro per cui è possibile possano scontare la parte residua della pena presso la loro abitazione o presso strutture messe a disposizione, come si dice, all’uopo per questa finalità e quindi tutelare il diritto alla salute dei detenuti, del personale di polizia penitenziaria facendo in modo che le nostre carceri non diventino, cosa che purtroppo già sta accadendo, i focolai più spaventosi del Paese, perché evidentemente senza possibilità di uscita».