Così il 14enne (non pubblichiamo il suo nome per tutelarne la privacy), che da Tor San Lorenzo parte al mattino con i mezzi pubblici e raggiunge il liceo Picasso di Pomezia, con una lettera dai toni molto educati ha voluto far presente alla ministra che la situazione è tutt’altro che sotto controllo.
“Le scrivo per porre alla sua attenzione la gravissima situazione in cui mi trovo insieme a tutti gli altri studenti che vivono in provincia – inizia la lettera dello studente – Domani, come tutti i giorni in cui sarò in presenza entrerò a scuola alle 10 e dovrò uscire da casa alle 7.45 di mattina e rimanere fuori scuola con il freddo, probabilmente anche la pioggia, senza la possibilità di potermi neanche riparare in un bar per 2 ore”.
Il problema, in base a ciò che il giovanissimo ha raccontato al Caffè, è che l’unico autobus che passa a Tor San Lorenzo in tempo per l’entrata a scuola alle 10 è quello delle ore 8.30. Considerando poco meno di mezz’ora di viaggio per arrivare a Pomezia, ne consegue che lo studente – e tanti come lui – deve attendere almeno un’ora per poter entrare a scuola.
Dove si fermerà ad aspettare, se in base alle normative anti-Covid non si può stare neanche al bar? “Non ho alternativa che quella di rimanere fuori scuola ad aspettare le 10 per entrare, indipendentemente dalla temperatura o dal clima”, ci spiega. “Al ritorno poi – continua la lettera inviata alla ministra – chi mi garantirà che sarò tra quei 25 fortunati studenti che potranno salire sull’unico autobus che mi dovrebbe riportare a casa senza aspettare altri 60 minuti l’autobus successivo?”
“Sono perfettamente consapevole dei pericoli del Covid e delle regole sul distanziamento ma non capisco per quale motivo in tutti questi mesi non si è mai pensato alla tutela e alla salute di noi, bambini oggi ma sicuramente elettori domani”. Spero con tutto il cuore in una sua pronta risposta – conclude lo studente – non tanto a questa mail ma risolvendo il nostro gravissimo problema”.