LA VICENDA IN SINTESI
La vicenda è presto detta: dallo scorso 27 novembre in Regione Lazio è in corso un procedimento amministrativo per il riavvio del sito industriale richiesto dalla società Colle Verde srl, che ha affittato una parte della discarica dal Gruppo riconducibile al magnate e monopolista del settore Manlio Cerroni. La società a ottobre 2019 prima ha chiesto e ottenuto dalla Regione di ricostruire il Tmb (il capannone per triturare i rifiuti indifferenziati) andato a fuoco nel corso di un incendio dai contorni mai chiariti che si è verificato il 30 giugno 2016. Contro tale strana autorizzazione regionale pendono due ricorsi al Tar del Lazio, uno dei cittadini della zona ed uno presentato dall’ex Amministrazione Marini. Poi la stessa società ha cambiato idea e chiesto di poter costruire al posto del capannone Tmb un Biogas da 120mila tonnellate all’anno di umido più un centro di produzione di eco-balle da 63mila tonnellate annue (27 novembre 2020); poi ancora ha rinunciato (temporaneamente) al centro di produzione eco-balle e puntato solo al mega-biogas (26 gennaio 2021) che riceverebbe 120mila tonnellate all’anno di rifiuti, laddove i 10 comuni ex storici utenti e clienti storici dell’immondezzaio (Ossia: Albano, Ariccia, Genzano, Castel Gandolfo, Marino, Rocca di Papa, Lanuvio, Nemi , Genzano, Ardea e Pomezia) ne producono complessivamente a male pena 30mila all’anno. Fino ad ora, il comune ha inviato in Regione una nota tecnica (3 dicembre 2020) relativa ‘solo’ a questione urbanistiche, ma non delle vere e proprie osservazioni di contrarietà al riavvio del sito che sono di competenza comunali e relative, tanto per intenderci, alla tutela igienico-sanitaria dei cittadini e, più in generale, alla tutela ambientale del territorio su cui l’immondezzaio insiste con il suo pesantissimo carico di problemi dal lontano 1979. Tali nuove osservazioni sono state richieste lo scorso 27 gennaio dalla Regione ai comuni di Albano, Ariccia, Ardea e Pomezia, ma certo il comune di Albano è il primo e più diretto interessato visto che ospita l’immondezzaio sul territorio di propria competenza. La scadenza per inviare le osservazioni cade il 15 febbraio.
Qui di seguito il testo integrale della lettera aperta:
“Egregio Sindaco Ass.ri e Consiglieri. In questi ultimi giorni abbiamo appreso dai giornali locali di un progetto relativo alla costruzione di un mega impianto BioGas che la soc. ColleVerde intende realizzare nell’ area di proprietà della ex PontinaAmbiente comunemente conosciuta come la discarica di Roncigliano , si tratterebbe di un impianto da 120mila Ton. dove conferire materiale organico di provenienza domestica, agricola, industriale per trasformarlo tramite un processo anaerobico in compost/fertilizzante ricavando dal processo di maturazione Co2 e gas metano per impieghi industriali ed energetici.
A riguardo come associazioni rappresentative di interessi diffusi quali la tutela del territorio e della salute solleviamo all’Amministrazione comunale alcune domande e considerazioni circa l’opportunità di realizzare in un’area già compromessa dalla presenza di discariche un impianto del genere:
a) partendo dal principio che ogni comunità si deve far carico dei propri rifiuti, in linea con le linee guida europee dovremmo gestire l’organico raccolto dalla R.differenziata nel nostro territorio, parliamo di un fabbisogno di 8mila Ton, perché non sostenere il progetto che prevedeva la realizzazione di un impianto di dimensioni adeguate a via Cancelliera adiacente l’Isola Ecologica dove ci risulta essere stato acquisito un capannone che potrebbe essere utilizzato a tale scopo e gestito dalla soc. municipalizzata Volsca quindi gestione pubblica con i vantaggi tariffari e di controllo, con la prospettiva di fare Sistema con i comuni limitrofi p.es proponendo una sorta di consorzio?
b) l’ area di Roncigliano è un area fortemente compromessa dalla presenza di discariche che per decenni hanno accolto la immondizia del bacino comportando forti ricadute di inquinanti sia sulla falda idrica sottostante ( di cui non abbiamo/sappiamo le analisi ARPA dal 2013) che in aria, compromettendo la salute dei nostri concittadini che risiedono in quella zona, (vedi studio epidemiologico ERAS Lazio 2013), c’è quindi una operazione di bonifica di quell’ area disattesa da anni di cui non si parla più, come si pensa di ottemperarla?
c) un impianto di quelle dimensioni, sovradimensionato per il fabbisogno di zona, è chiaro che prevede l’approvvigionamento di materiale proveniente soprattutto da Roma, da una stima grossolana ma indicativa, 120mila Ton. significano almeno una sessantina di autocarri che ogni giorno arrivano e ripartono da Roncigliano, ..transitando sulla Ardeatina? Inoltre un impianto del genere produce inevitabilmente emissioni odorigene pesanti e presenza costante di insetti , oltre a residui speciali dei processi di lavorazione non trascurabili.
Tutto ciò premesso, con la presente, chiediamo alla Amm.ne da Lei condotta, di fare quanto è nelle sue possibilità nel contrastare questa ulteriore aggressione ecologica del nostro territorio, ci risulta altresi che il prossimo 14 febbraio scadranno i termini per presentare osservazioni in merito, vi avvarrete di questa possibilità?
Nell’ auspicare interventi coerenti ad uno sviluppo sostenibile in linea con il nuovo corso che il nostro Paese si appresta a mettere in campo con interventi orientati alla green economy, Cordiali Saluti. Albano li. 9 febbraio 2021 Il Coordinamento Comitati di Quartiere Albano”