Albano: contro la Raggi, Borelli punta su comuni limitrofi e Consiglio-riunito
Sono due le direttrici che il comune di Albano sta seguendo per opporsi al rischio che la discarica di Roncigliano diventi la pattumiera della città eterna: una politico-istituzionale e l’altra politico-amministrativa. Prima di tutto, attraverso una riunione convocata dal sindaco Massimiliano Borelli a palazzo Savelli, sede del municipio, che si sarebbe tenuta lunedì scorso 28 giugno, per mettere attorno ad uno stesso tavolo gran parte dei primi-cittadini dei comuni limitrofi, che costituivano il bacino della ex discarica albanense, ossia gli utenti e clienti dell’immondezzaio, per convincerli a non lasciarlo solo, ma anzi sostenerlo e aiutarlo, anche se da fronti politici opposti. In secondo luogo, avviarndo una sorta di ‘pacificazione’ del consiglio comunale di Albano, con il voto all’unanimità di ieri sera, martedì 30 giugno, di una delibera di Consiglio con cui maggioranza e opposizione hanno chiesto all’unisono a sindaco e Giunta di fare tutto quanto possibile “a difesa estrema della salute dei cittadini e della salvaguardia dell’ambiente, per scongiurare rischi igienico-sanitari, tenuto conto dell’aumento dei dati epidemiologici di alcune malattie”, fermo restando tutti i distinguo politici del caso.
LA RAGGI INSISTE SU ALBANO
Queste, insomma, le mosse tattiche della maggioranza guidata dal sindaco Massimliano Borelli e dal suo vice Luca Andreassi contro il tentativo della sindaca di Roma Virginia Raggi di riaprire la discarica castellana, chiusa dal 30 giugno 2016, giorno in cui un incendio ha devastato l’intero sito. La sindaca Raggi non sembra scoraggiata dal parere contrario dell’avvocatura della Città Metropolitana di Roma – così riportano varie ed autorevoli agenzie di stampa – che in ogni caso sarebbe intenzionata ad andare avanti sull’ipotesi di una ordinanza urgente per riaprire la discarica di Albano. Secondo quanto riporta in particolare l’agenzia Dire, ad avviso della sindaca di Roma e della Città Metropolitana e del delegato Metropolitano ai Rifiuti, Giuliano Pacetti, quello del capo dell’avvocatura della ex Provincia non sarebbe un vero e proprio parere e comunque lascerebbe aperti degli spiragli utili al prosieguo del lavoro degli uffici per verificare se sussistono i presupposti per un’ordinanza “commissariale” e riaprire così, dopo 5 anni, i cancelli dell’impianto di smaltimento albanese.
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