Ecco un altro estratto delle intercettazioni riportate nell’ordinanza con cui il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Velletri, dott. Gisberto Muscolo, ha disposto l’applicazione delle misure cautelari nei confronti di sei soggetti di Ardea indagati nell’ambito dell’operazione “Babà”, tra cui noti pasticceri del litorale (da questo deriva il nome dato all’inchiesta). Tutti gli indagati dovranno chiarire la propria posizione davanti alla magistratura.
25 gennaio 2018
Dialogo tra Guiderdone Leonardo e una vittima, “Gianni”
«… Gianni no Gianni mi dai per favore l’indirizzo di casa dove abiti ma che mi pigli in giro Già…»
«… sto a lavoro sto qui al consorzio lavoro non ce l’ho mò i soldi appresso Leonà sennò ti avrei telefonato e glielo dicevo e te li portano no ehh… io mò domani mattina…»
«… Gianni a me non mi interessa che chee parliamo per telefono a me non me ne frega un c**** Gianni perché io ad ammazzare una persona ci metto 30 secondo vengo lì ti scanno e non me ne frega un cazzo tu vuoi vedere Gianni se ti scanno davvero a me Gianni se mi arrestano mi fanno due favori perché poi quando esco ti riscanno di nuovo hai capito a me non mi interessa se mi arrestano Gianni è quello che voglio capisci o no mi stai rompendo i cog***** stai facendo troppo il furbo, capisci o no…»
«… ma non sto a fa il furbo Leonà io sto a lavorà…»
«… eh dammi l’indirizzo del lavoro per cortesia… e che mi dai però la macchina… e che mi dai però… le chiavi…?…»
LE “TORTE” DA CONSEGNARE
“Nel prosieguo della conversazione – scrive il giudice per le indagini preliminari – il Guiderdone, dopo aver ‘assoggettato e spaventato la vittima‘, rimandava il pagamento per l’indomani pomeriggio, incontro che non si concretizzava in quanto la mattina veniva data esecuzione ai Decreti di perquisizione”.
Durante la perquisizione, si legge nell’ordinanza che dispone sei misure cautelari, erano state “rinvenute presso l’abitazione del GUIDERDONE Leonardo diverse agende ed in particolare l’agenda relativa all’anno 2017, in cui si riscontrava in diversi giorni il nome (…) con l’indicazione anche degli importi dovuti da quest’ultimo e le date delle rispettive scadenze”.
E ancora, nell’ordinanza del giudice: “Va poi evidenziato come il GUIDERDONE, dopo le perquisizioni subite il 24 gennaio 2018 (sic), abbia cambiato completamente il tono del proprio atteggiamento nei confronti del (…) e che, pur non rinunciando a contattare la vittima per chiederle il pagamento degli interessi dovuti, temendo di essere intercettato, si rivolge a proprio interlocutore richiedendo la consegna di ‘torte’”
UN ALTRO DIALOGO CON LA VITTIMA
29 gennaio 2018
Dialogo tra Guiderdone Leonardo e “Gianni”
«… è tutto bene senti ho saputo… io per quello non mi sò fatto vedé la intorno»
«… si no eh senti, no no no, ti chiamavo per quel rinfresco, ti ricordi quando puoi passa magari a pagarlo tranquillamente, non ti preoccupare…»
«… si guarda si mo i primi Lè te posso tutto quanto…» (…) «… ah… è andato tutto bene è tutto bono…»
«… quando quando vuoi tranquillamente ok…»
“Il deciso cambio di atteggiamento del Guiderdone Leonardo – scrive il giudice – seguito alla perquisizione, nonché il suo timore di essere intercettato, si palesava, oltre che nella precedente conversazione, anche nella conversazione del 30.01.2018 (…)”. “Nella circostanza (…), dipendente del Guiderdone avvisava quest’ultimo che presso il suo bar pasticceria era presente (nome della vittima “Gianni”, ndr)”.
30 gennaio 2018
Dialogo tra il dipendente (di cui non riportiamo le generalità) e Guiderdone Leonardo:
«… c’è Gianni è…»
«… No no no (…) non mi chiamare porco D** e ti dico che non mi devi chiamare, no, non mi servono, non mi servono torte…»
M.Z.