Tredici amici, tutti discendenti dei transumanti, hanno dato vita alla Marcia della Transumanza tra Anzio e Jenne. Un’avventura e un’occasione per rinnovare una bella tradizione. Ecco il diario dell’impresa.
La Marcia della Transumanza è una tradizione le cui origini si perdono nel tempo, nei libri di storia si narra che ebbe inizio da quando esiste l’allevamento del bestiame, ci sono tracce provenienti da tutto il mondo: gli animali venivano portarti al fresco delle alture, sui monti, nei pascoli verdeggianti, per evitare la calura estiva delle zone più a valle, un lungo cammino che faceva parte dell’ordinario vivere di quei tempi.
Oggi si rinnova e rivive questa “tradizione” attraverso i discendenti dei transumanti, che ne hanno fatto un’occasione di ricordo e di amore per i propri nonni, padri e per i luoghi cari. Un cammino, che in 125 km e tanto dislivello ci ha portato in tre giorni, dal 02 al 04 Luglio, dalla Località di Falasche (Anzio) fino a Vallepietra (RM), un viaggio nella natura, attraversando lunghe strade di campagna, passando nei campi di grano e girasoli, attraversando montagne del territorio, che nel tempo si è modificato e negli affetti, con le emozioni di persone che ancora oggi ne sono l’anima e la memoria. Questa Marcia della Transumanza viene svolta ogni anno dai discendenti per rinnovare questa tradizione e per quel senso di avventura che li contraddistingue, ed è fortemente sentita e protetta.
Le sveglie sempre prima dell’alba, la calura del giorno, la fatica dei km percorsi e tanti altri momenti condivisi, molti, troppi, da poterli descrivere, ci hanno lasciato un ricordo indelebile che farà parte delle esperienze belle e provanti della nostra vita. Ivano, Giovanna, Annarita, Simona, Simone, Francesco, Toto, Serena, Andrea, Maria, Alessia, Andrea e Armando che sono i partecipanti persone forti e tenaci dal cuore grande e generoso, . Tutti hanno dato e imparato qualcosa da questa esperienza, perché abbiamo condiviso non solo la strada ma un pezzo di vita, breve ma significativo.
Primo Giorno
Partenza alle 5,30, da via Jenne, subito immersi nella natura della sughereta di Cadolino, passaggio nell’azienda agricola di Carlo Perica, dove ci aspettano per offrirci un abbondante colazione, attraversiamo dei campi coltivati, per un tuffo nella storia al Fosso dei Caronti. Arrivo a Campoverde, ci fermiamo a salutare gli amici di varie aziende agricole discendenti dei transumanti e via verso Cisterna di Latina, la città dei butteri, sosta al Filetto, per trascorrere un paio di ore all’ombra degli alberi. Ripartenza con direzione Giulianello sempre attraverso campi e sulla via Francigena. Dopo circa 43 km arriviamo alla tenuta Raponi, dove veniamo accolti dai vecchi transumanti. Il proprietario, Altiero, ci coccola e ci fa sentire a nostro agio raccontando aneddoti della sua infanzia. La tenuta è una “FULL IMMERSION” della Transumanza con la vecchia capanna in legno, i recinti dedicati alle greggi, le ramazzole (letto), la fornacella, piccolo fuoco che i pastori facevano quando scendevano dalla montagna e tutta l’attrezzatura dell’epoca per fare la trasformazione del latte (il caciere) e tutto l’occorrente per la panificazione del pane.
Secondo giorno
Sveglia prima dell’alba, ci incamminiamo verso Artena, tutti spediti sfruttando il fresco della mattina. Arrivati ci infiliamo nella campagna per passare nell’azienda di Claudio e Annamaria Perica, ci accolgono come al solito, come dei principi, persone squisite, anche loro ci offrono abbondante colazione e via ripartiamo, da qui le cose iniziano a farsi dure, per via della calura e cominciano a formarsi le prime vesciche ai piedi.
Attraversiamo campi coltivati e varie aziende agricole, arriviamo alla selva di Paliano, la costeggiamo e sempre tramite campi coltivati a girasoli (sembrava di stare dentro una cartolina) ci avviamo verso la vecchia stazione ferroviaria di Paliano, dove facciamo una breve sosta in quel poco di ombra che ci regala.
Poi riprendiamo il nostro cammino per il tratto più impegnativo, scalare Monte Scalambra 1420 MT di altitudine, con la tenacia e la forza che ci contraddistinguono lo attraversiamo, nel punto più alto si aggiungono al gruppo 2 cavalieri Stefano ed Elisa, che ci accompagneranno per questo ultimo tratto di cammino.
Arriviamo dopo 56KM agli Altipiani di Arcinazzo, dai nostri amici Riccardo e Patrizio. Ancora esistono persone speciali e loro fanno parte di queste, ci mettono a disposizione di tutto, ci fanno mangiare come se non ci fosse un domani perché hanno capito il nostro sforzo e vogliono mettere in forze per l’ultimo giorno.
Terzo ed ultimo Giorno
La sveglia come al solito suona alle 3:45, questo ci permette di fasciare i nostri piedi invasi dalle vesciche, ci organizziamo e alle 5 in punto con le lampade accese si parte, ci immergiamo subito nella montagna, ammiriamo panorami fiabeschi mentre nasce un nuovo giorno all’orizzonte, arriviamo alla cascata di Trevi denominata Comunacque, dove nasce il fiume Aniene, lo costeggiamo ed ecco in lontananza si intravede Jenne.
Tutti insieme, cavalieri e camminatori saliamo sul sentiero, arriviamo in piazza con abbondante anticipo. Abbiamo tempo per farci le foto, saliamo per il corso dove ci aspetta di nuovo la famiglia di Carlo e Itala Perica, per una colazione abbondantissima. Ricordi, baci e abbracci (virtuali per via del covid) e ci incamminiamo verso la nostra meta, Vallepietra.
Discesa facile, solo le vesciche ai piedi ci rallentano un pochino, passiamo lungo il fiume, da lontano fa capolino il santuario della S.S. Trinità, questo ci fa capire che siamo vicino alla nostra destinazione.
Camminiamo costeggiando il fiume Simbrivio, la diga del Simbrivio e dopo 26 KM saliamo in piazza dove veniamo accolti dalla gente del paese e dalle autorità locali come eroi… Hanno preparato una bella festa, troviamo dolci preparati dalle signore del posto, bevande per rinfrescarci, tanti del paese si sono prodigati per la buona riuscita, il vice sindaco Michele Di Pietra ci saluta e riporta a sua volta i saluti del sindaco Flavio De Santis, si complimenta spendendo delle belle parole per il nostro gesto non proprio facile. Anche la protezione civile del posto si è attivata per il nostro arrivo, questo non era scontato e noi abbiamo ringraziato tutti nessuno escluso, regalando loro dei piccoli ricordi che spero siano stati graditi.
Ringrazio innanzi tutto Flavio De Santis il sindaco e Michele Di Pietra vice sindaco, la protezione civile nella persona di Amerigo Bazzoni di Vallepietra, per aver creduto subito al nostro intento di rinnovare questa antica tradizione, alle signore che ci hanno preparato ogni ben di Dio, dai dolci al pranzo e tutte le persone del posto che hanno fatto sì che questo evento rimanga indelebile nel tempo. Appuntamento rinnovato per il 2022.
La Marcia della Transumanza è una tradizione le cui origini si perdono nel tempo, nei libri di storia si narra che ebbe inizio da quando esiste l’allevamento del bestiame, ci sono tracce provenienti da tutto il mondo: gli animali venivano portarti al fresco delle alture, sui monti, nei pascoli verdeggianti, per evitare la calura estiva delle zone più a valle, un lungo cammino che faceva parte dell’ordinario vivere di quei tempi.
Oggi si rinnova e rivive questa “tradizione” attraverso i discendenti dei transumanti, che ne hanno fatto un’occasione di ricordo e di amore per i propri nonni, padri e per i luoghi cari. Un cammino, che in 125 km e tanto dislivello ci ha portato in tre giorni, dal 02 al 04 Luglio, dalla Località di Falasche (Anzio) fino a Vallepietra (RM), un viaggio nella natura, attraversando lunghe strade di campagna, passando nei campi di grano e girasoli, attraversando montagne del territorio, che nel tempo si è modificato e negli affetti, con le emozioni di persone che ancora oggi ne sono l’anima e la memoria. Questa Marcia della Transumanza viene svolta ogni anno dai discendenti per rinnovare questa tradizione e per quel senso di avventura che li contraddistingue, ed è fortemente sentita e protetta.
Le sveglie sempre prima dell’alba, la calura del giorno, la fatica dei km percorsi e tanti altri momenti condivisi, molti, troppi, da poterli descrivere, ci hanno lasciato un ricordo indelebile che farà parte delle esperienze belle e provanti della nostra vita. Ivano, Giovanna, Annarita, Simona, Simone, Francesco, Toto, Serena, Andrea, Maria, Alessia, Andrea e Armando che sono i partecipanti persone forti e tenaci dal cuore grande e generoso, . Tutti hanno dato e imparato qualcosa da questa esperienza, perché abbiamo condiviso non solo la strada ma un pezzo di vita, breve ma significativo.
Primo Giorno
Partenza alle 5,30, da via Jenne, subito immersi nella natura della sughereta di Cadolino, passaggio nell’azienda agricola di Carlo Perica, dove ci aspettano per offrirci un abbondante colazione, attraversiamo dei campi coltivati, per un tuffo nella storia al Fosso dei Caronti. Arrivo a Campoverde, ci fermiamo a salutare gli amici di varie aziende agricole discendenti dei transumanti e via verso Cisterna di Latina, la città dei butteri, sosta al Filetto, per trascorrere un paio di ore all’ombra degli alberi. Ripartenza con direzione Giulianello sempre attraverso campi e sulla via Francigena. Dopo circa 43 km arriviamo alla tenuta Raponi, dove veniamo accolti dai vecchi transumanti. Il proprietario, Altiero, ci coccola e ci fa sentire a nostro agio raccontando aneddoti della sua infanzia. La tenuta è una “FULL IMMERSION” della Transumanza con la vecchia capanna in legno, i recinti dedicati alle greggi, le ramazzole (letto), la fornacella, piccolo fuoco che i pastori facevano quando scendevano dalla montagna e tutta l’attrezzatura dell’epoca per fare la trasformazione del latte (il caciere) e tutto l’occorrente per la panificazione del pane.
Secondo giorno
Sveglia prima dell’alba, ci incamminiamo verso Artena, tutti spediti sfruttando il fresco della mattina. Arrivati ci infiliamo nella campagna per passare nell’azienda di Claudio e Annamaria Perica, ci accolgono come al solito, come dei principi, persone squisite, anche loro ci offrono abbondante colazione e via ripartiamo, da qui le cose iniziano a farsi dure, per via della calura e cominciano a formarsi le prime vesciche ai piedi.
Attraversiamo campi coltivati e varie aziende agricole, arriviamo alla selva di Paliano, la costeggiamo e sempre tramite campi coltivati a girasoli (sembrava di stare dentro una cartolina) ci avviamo verso la vecchia stazione ferroviaria di Paliano, dove facciamo una breve sosta in quel poco di ombra che ci regala.
Poi riprendiamo il nostro cammino per il tratto più impegnativo, scalare Monte Scalambra 1420 MT di altitudine, con la tenacia e la forza che ci contraddistinguono lo attraversiamo, nel punto più alto si aggiungono al gruppo 2 cavalieri Stefano ed Elisa, che ci accompagneranno per questo ultimo tratto di cammino.
Arriviamo dopo 56KM agli Altipiani di Arcinazzo, dai nostri amici Riccardo e Patrizio. Ancora esistono persone speciali e loro fanno parte di queste, ci mettono a disposizione di tutto, ci fanno mangiare come se non ci fosse un domani perché hanno capito il nostro sforzo e vogliono mettere in forze per l’ultimo giorno.
Terzo ed ultimo Giorno
La sveglia come al solito suona alle 3:45, questo ci permette di fasciare i nostri piedi invasi dalle vesciche, ci organizziamo e alle 5 in punto con le lampade accese si parte, ci immergiamo subito nella montagna, ammiriamo panorami fiabeschi mentre nasce un nuovo giorno all’orizzonte, arriviamo alla cascata di Trevi denominata Comunacque, dove nasce il fiume Aniene, lo costeggiamo ed ecco in lontananza si intravede Jenne.
Tutti insieme, cavalieri e camminatori saliamo sul sentiero, arriviamo in piazza con abbondante anticipo. Abbiamo tempo per farci le foto, saliamo per il corso dove ci aspetta di nuovo la famiglia di Carlo e Itala Perica, per una colazione abbondantissima. Ricordi, baci e abbracci (virtuali per via del covid) e ci incamminiamo verso la nostra meta, Vallepietra.
Discesa facile, solo le vesciche ai piedi ci rallentano un pochino, passiamo lungo il fiume, da lontano fa capolino il santuario della S.S. Trinità, questo ci fa capire che siamo vicino alla nostra destinazione.
Camminiamo costeggiando il fiume Simbrivio, la diga del Simbrivio e dopo 26 KM saliamo in piazza dove veniamo accolti dalla gente del paese e dalle autorità locali come eroi… Hanno preparato una bella festa, troviamo dolci preparati dalle signore del posto, bevande per rinfrescarci, tanti del paese si sono prodigati per la buona riuscita, il vice sindaco Michele Di Pietra ci saluta e riporta a sua volta i saluti del sindaco Flavio De Santis, si complimenta spendendo delle belle parole per il nostro gesto non proprio facile. Anche la protezione civile del posto si è attivata per il nostro arrivo, questo non era scontato e noi abbiamo ringraziato tutti nessuno escluso, regalando loro dei piccoli ricordi che spero siano stati graditi.
Ringrazio innanzi tutto Flavio De Santis il sindaco e Michele Di Pietra vice sindaco, la protezione civile nella persona di Amerigo Bazzoni di Vallepietra, per aver creduto subito al nostro intento di rinnovare questa antica tradizione, alle signore che ci hanno preparato ogni ben di Dio, dai dolci al pranzo e tutte le persone del posto che hanno fatto sì che questo evento rimanga indelebile nel tempo. Appuntamento rinnovato per il 2022.
20/07/2021