Nel pomeriggio di ieri tre detenuti ristretti nel Penitenziario di Velletri hanno messo in serie difficoltà la gestione del Penitenziario a causa del loro comportamento di autolesionismo. Un detenuto rumeno si è impiccato legandosi con una corda rudimentale alle sbarre della propria cella. Grazie alla prontezza dell’agente addetto al controllo e alle prestazioni del personale sanitario, il detenuto è stato salvato.
Poco dopo un detenuto Italiano si è procurato delle ferite profonde sulle braccia con dei pezzi di ceramica ricavate dalla rottura del lavandino della propria cella. Per concludere, un altro detenuto Italiano è stato preso da un forte attacco di crisi epilettiche. Per fortuna le crisi sono rientrate grazie alla professionalità del personale sanitario. Per la gestione dell’emergenza sopra citata è stato necessario l’ausilio dell’Ambulanza e della macchina medica.
A darne notizia è Il Segretario Generale del Si.P.Pe. Carmine Olanda ed il Dirigente Nazionale Ciro Borrelli, che da sempre denunciano la situazione drammatica in cui versano tutti i penitenziari, in particolare quello di Velletri. “Come Si.P.Pe. (Sindacato Polizia Penitenziaria) abbiamo scritto al Ministro della Giustizia Marta Cartabia e a tutti i vertici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, denunciando la gravissima carenza di Personale di Polizia Penitenziaria, la cattiva gestione dei servizi, i carichi di lavoro e l’aumento degli eventi critici. Non possiamo più aspettare – commentano i sindacalisti – Il Corpo di Polizia Penitenziaria non può continuare a lavorare sotto organico e ad essere vittima dei detenuti che stanno scontando una pena per aver infranto la legge. La grave carenza di Personale – oggi più che mai – che sta affliggendo tutti gli Istituti Penitenziari, sta esasperando gli Agenti di Polizia Penitenziaria che ogni giorno con spirito di responsabilità e sacrificio, sono costretti a rinunciare anche al riposo dopo lo smontante notturno per garantire l’ordine, la sicurezza e la disciplina degli Istituti. Il dato degli eventi critici e delle aggressioni nelle carceri è in continua crescita, ma a tutt’ oggi vediamo nessuno delle istituzioni che si allarma, come se fosse tutto regolare.
La gestione Sanitaria Psichiatrica nei Penitenziari da parte della ASL di appartenenza si è rilevata un fallimento.
Ci viene segnalato – in particolare – che la ASL RM6 di Albano Laziale che gestisce il servizio sanitario presso il Penitenziario di Velletri, non sta garantendo l’assistenza Psicologica sia per quanto riguarda i detenuti di primo ingresso che per i detenuti già ristretti.
I detenuti che manifestano problemi di natura psichiatrica, inoltre, non hanno la presenza continua della figura dello Psichiatra e del personale infermieristico preposto. Questa categoria di detenuti Psichiatrici, attualmente viene lasciata alla sola gestione della Polizia Penitenziaria con ordini di servizio di grande, grandissima e sorveglianza a vista, aggravando ulteriormente i carichi di lavoro al Personale.
Gli Agenti di Polizia Penitenziaria sono stanchi di aspettare, sono anziani, demoralizzati e soprattutto si sentono abbandonati a sé stessi.
Cosa altro dobbiamo aspettare o aspettarci per dare lustro e dignità alla divisa che ogni giorno gli Uomini e le Donne della Polizia Penitenziaria indossano? (sperando che non siano monumenti e mezzi busti dedicati ai “martiri” del servizio).
E’ giunto il momento che il Ministro ci dica come devono essere gestiti i Penitenziari e soprattutto se la Polizia Penitenziaria deve indossare un camice bianco a servizio dei detenuti, oppure una divisa a servizio del Paese.
Basta! – concludono i Sindacalisti Olanda e Borrelli – le Autorità competenti non possono girarsi dall’altra parte facendo finta di non vedere e di non sentire. Se poi la Polizia Penitenziaria deve essere considerata un problema per il Dipartimento, che la transitassero nella Polizia di Stato ed il problema è risolto. Lo Stato deve garantire i diritti ai lavoratori prima che tutto diventa come una polveriera pronta ad esplodere.