Don Antonio Salimbeni, parroco delle due parrocchie di Albano-Cancelliera e Ariccia-Fontana di Papa, torna sui temi ambientali con una lettera aperta ai suo parrocchiani. “Cari Fratelli e Sorelle delle due nostre comunità parrocchiali – si legge nella lettera di don Antonio i fedeli – vorrei arrivare a voi con delle ragioni e consapevolezze sul custodire il nostro territorio; la prima consapevolezza è che Dio “dice” e mentre dice “crea” e mentre crea “vede”. Sappiamo che “Dio ama in modo semplice l’uomo, infatti egli è creato ad immagine e somiglianza di Dio”; a cosa assomiglia l’immagine del Creato? Assomiglia a Dio! Dobbiamo perciò custodire, coltivare ed attendere con semplicità il frutto benefico del Creato, questo se lo sapremo amare. Il custodire è prendersene cura in modo diretto e personale, nel cuore e con i fatti. Custodire significa che ognuno, facendo la propria parte fino in fondo, in modo soggettivo ed oggettivo, se ne prende cura con impegno, in maniera coinvolgente. Carissimi, la custodia, o la non custodia della casa comune, incide direttamente sulla nostra salute, quella fisica, ma anche quella della nostra società; gli effetti delle nostre scelte si riverberano direttamente su noi stessi, come singoli, ma anche come comunità. Dobbiamo quindi farci carico, seguendo l’esempio luminoso della Santa Famiglia di Nazareth del tema della custodia della salute, della vita di tutti e di ciascuno, in forza del comandamento dell’amore, che anima ogni nostra azione diretta alla cura e alla guarigione. In nome di questa responsabilità a custodire il nostro territorio, per il bene comune e quello delle nostre famiglie, Vi chiedo di saper gestire la nostra vita senza creare, nei nostri territori episodi di disordine ambientale (es. buttare la spazzatura per strada, non sversare sostanze inquinanti, ecc..); Vi chiedo, con forza, di aiutarci a cambiare rotta. Vi chiedo agiamo per il dono ricevuto alla nostra chiamata come cristiani : “Quello che hai fatto al più piccolo dei miei fratelli lo hai fatto a me”. Cerchiamo di non essere indifferenti, di non fare quelli che passano accanto alle cose per andare altrove. Vi dico, non inquiniamo più il nostro territorio. Ve lo chiedo con un appello fraterno, da pastore; Vi ricordo che il nostro territorio è vitale per la custodia dell’ambiente naturale, per una buona situazione lavorativa, per un futuro di fraternità vera; più ci impegniamo nella custodia della nostra terra, più diminuiremo il rischio e la dimensione di fenomeni di malattia. Saper custodire l’ambiente vuol dire saper curare la nostra salute, significa interrompere la malsana correlazione fra inquinamento ambientale ed inquinamento dei nostri corpi. Cari amici, con responsabilità, domandiamoci quale ambiente, quale pianeta vogliamo lasciare ai nostri figli, alle generazioni che seguiranno? Vi chiedo, con cuore amorevole, riflettiamoci profondamente. Vi abbraccio con cuore. Don Antonio”.
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