È originario della provincia di Grosseto, è sposato, ha 3 figli e da settembre 2013 è alla guida del Gruppo Carabinieri di Frascati da cui dipendono le compagnie di Frascati, Castel Gandolfo, Anzio, Tivoli, Velletri, Colleferro, Palestrina, Pomezia, Subiaco. Classe 1969, laureato in Giurisprudenza ed in Scienze della Sicurezza interna ed esterna, il Tenente Colonnello Luciano Magrini sta affrontando in questi mesi numerosi e gravosi impegni, ma con la certezza di poter contare sul supporto di ottimi collaboratori e di rapporti estremamente positivi con le forze di polizia e la magistratura. «Si tratta di un’area vasta con criticità diverse a seconda degli ambiti sui quali andiamo ad operare, le zone più delicate sono le borgate limitrofe al raccordo anulare: Tor Vergata, Tor Bella Monaca, Divino Amore, Settecamini, San Vittorino Romano. Proprio in una di queste, a Tor Bella Monaca, la notte della Epifania, un ragazzo di 17 anni è stato freddato con un colpo di arma da fuoco. Un fatto grave per il quale le indagini sono in corso. Si tratta di zone periferiche che hanno tutte le criticità proprie delle periferie delle città dove vi è un numero consistente di case e di persone». Nel territorio del litorale romano, quali sono le criticità? «Si tratta di aree con insediamenti industriali che, fortunatamente, stanno resistendo alla crisi. Inoltre si sta cercando di monitorarle per preservarle da interessi che potrebbero trovarvi le organizzazioni criminali». Quali eventi vi hanno visto protagonisti negli ultimi mesi? «Le manifestazioni contro la crisi (quelle dei movimenti per la casa, No TAV, No MOUS – ndr) del 19 ottobre 2013 ci hanno visto particolarmente attivi nei controlli ai caselli autostradali di Roma Est e Roma Sud, nonché sulle consolari fuori Roma (Tuscolana, Anagnina, Prenestina, Tiburtina e Pontina – ndr); come sempre gli incontri di calcio, oltre che nei piccoli centri per le leghe minori, ci richiamano sul territorio della capitale che in questi momenti chiede forze per affrontare l’ordine pubblico. Tra gli eventi di maggiore risonanza, nei primi giorni dell’anno, ricordiamo il ritrovamento della donna e dei due bambini che si erano persi sulle montagne di Subiaco ed anche la gestione della presenza della salma dell’ex “Capitano delle SS” Priebke ad Albano. Proprio in tale circostanza, unitamente alle altre Forze di Polizia ci si è prodigati affinché nulla di spiacevole accadesse». Per quanto riguarda le infiltrazioni mafiose, quale è la situazione nel territorio? «Questi sono territori appetibili per la criminalità. Non ci sono formazioni autoctone di criminalità organizzata, ma sono territori nei quali la criminalità fa affari ed investe. Proprio di recente la Direzione Investigativa Antimafia ed il Reparto Operativo di Reggio Calabria hanno sequestrato beni per oltre 150 milioni di euro, tra cui numerosi immobili nel territorio di nostra competenza». Quale è il fenomeno più grave presente nel territorio? «Sicuramente il problema dello spaccio di sostanze stupefacenti è uno dei problemi maggiori. Con tutto ciò che comporta e con quella serie di “reati satellite” che da esso dipendono. In passato sono stati perpetrati anche degli omicidi. Recentemente abbiamo sequestrato 104 kg di marijuana a Tor Bella Monaca. La detenzione e lo spaccio sono fenomeni molto diffusi in tutti i territori». Altro fenomeno del quale si sente spesso parlare è quello delle rapine in villa. «È un fenomeno che continua ad essere presente, soprattutto nel territorio dei Castelli romani, dove ci sono moltissime abitazioni isolate e circondate da ampi giardini. Comunque dobbiamo dire che il fenomeno si sta attenuando grazie all’incremento dell’attività di prevenzione ed in questi 4 mesi del mio Comando ci sono stati pochi episodi». Tra le problematiche affrontate anche le manifestazioni organizzate al Divino Amore contro la creazione di una discarica. «La recente soluzione istituzionale di dichiarare “Falcognana” quale “sito residuale” ha ridotto sensibilmente le proteste e le manifestazioni collegate che erano all’ordine del giorno». Un’altra particolarità dell’area di vostra competenza è sicuramente la presenza dello Stato Vaticano. «Abbiamo la Stazione dei Carabinieri di Ville Pontificie, che ha il compito prioritario di vigilare sui siti della Chiesa. Certamente la presenza del Vaticano e del Papa rende ancora più impegnativo il nostro ruolo». Come si vive nel territorio castellano? «C’è un ottimo rapporto con la popolazione locale, che partecipa e segnala. Il nostro impegno è sicuramente – anche attraverso incontri organizzati nelle scuole – quello di sensibilizzare alla cultura della legalità. Cerchiamo di far arrivare alla gente l’immagine del carabiniere come di qualcuno di cui fidarsi e a cui affidarsi. Non una figura repressiva, ma una persona in grado di sostenerci. In questa ottica abbiamo presente sul territorio anche la figura del Carabiniere di quartiere, che deve recepire le problematiche, cercando di prevenire più che reprimere. Il Carabiniere di quartiere rappresenta, per l’Arma, la trasposizione del proprio originale modello istituzionale ai grandi centri urbani, trasferendo nei popolosi quartieri urbani la presenza vigile di persone in divisa che si fermano in strada a parlare con la gente, per conoscerne le esigenze e raccoglierne istanze». Quali sono le caratteristiche che deve avere un carabiniere? «Non deve mai stupire! Deve tenere i comportamenti che le persone si aspettano, deve integrarsi, deve essere disponibile, deve vivere in mezzo alla gente, la deve rassicurare e deve farle avere un’adeguata percezione di sicurezza».
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