Dopo due mesi, sostiene il Tribunale, “mancano ancora le cose essenziali per consentire ai 18 medici che vi hanno aderito di prestare le proprie cure senza difficoltà in un ambiente supportato dalla strumentazione necessaria e da suppellettili di base”.
Per il momento il TdM è riuscito ad ottenere due scrivanie donate da un privato (e trasportate dal Comitato di Quartiere Aprilia Nord) e un piccolo tavolo dove posizionare una stampante, che era stata posta alla meglio sopra una sedia.
“Sembra che la nostra Asl non sia supportata da nessuna Amministrazione, abbandonata a se stessa – prosegue il Tribunale –. Ma dietro la Asl ci sono oltre 70 mila cittadini che verranno corteggiati in tempo di elezioni. Ad oggi, o le scrivanie, le stampanti (due sono state spesate dai medici), gli spirometri (donati da una ditta) per i quali è richiesto pure l’uso di uno smartphone, qualche anima buona li dona, oppure pazienza, cittadini, arrangiatevi”.
Questo progetto, insomma, per ora funziona solo sulla carta. E magari c’è chi si vanta di aver raggiunto l’obiettivo.
“Il dirigente della Asl di Aprilia, i medici e gli operatori offrono la massima disponibilità e fanno il possibile per non far implodere l’insieme di prestazioni e servizi, ma sembra che la provincia e la Regione siano totalmente assenti”.
Serve insomma che i medici che hanno aderito a tale importante progetto siano messi nelle condizioni di operare al meglio. Non solo. È importante che “i cittadini rispettino le modalità accesso al servizio, essendo però informati sulle modalità di accesso. Altrimenti c’è solo una sterile critica al sistema, tanto auspicata da chi non vuole il cambiamento”, conclude il Tribunale, che sottolinea infine l’assenza dell’infermiere di supporto ai medici Ucp, sostituito da un volontario del Tribunale del Malato che smista i pazienti in attesa di essere visitati.