Più focolai, certamente dolosi, nella notte tra domenica e lunedì scorsi hanno trasformato in cenere circa 30 ettari di montagna ed olivi avvolgendo l’abitato di Norma in una nube di fuliggine dall’odore acre durato per tutto il giorno. In poche ore un verdeggiante pianoro, con veduta mozzafiato sulla sottostante pianura fino alle isole pontine, è stato quasi interamente trasformato in una landa di cenere.
Oltre allo sdegno per l’ennesimo e ingiustificabile atto d’inciviltà – a cui si è aggiunto martedì notte, sempre a Norma, l’incendio di un deposito di legname in via Semprevisa – grande è stato il timore degli appassionati di archeologia e degli abitanti di Norma, affezionatissimi alla loro rocca, per le sorti dell’antica Norba. Quasi a rivivere quel drammatico incendio dell’82 a.C. che ne decretò la sua distruzione e abbandono per sempre trasformandola in una sorta di Pompei pontina.
«Due i versanti attaccati dalle fiamme – ci spiega il sindaco Gianfranco Tessitori – : l’acropoli minore e Porta Serrone di Bove con il tempio di Giunone. Fortunatamente scampata l’area della domus e il corso viario principale che l’attraversa. Non sembrano esserci gravi danni alle strutture ma il timore sono le conseguenze per l’assetto idrogeologico. Norba è importante sia per la storia e il turismo locale, ma anche per il patrimonio archeologico internazionale. Proprio per questo, quasi come a dare un segnale di rinascita, abbiamo confermato le previste attività con i ragazzi, perché soprattutto loro devono comprendere il rischio che Norba ha corso e farsi carico della futura tutela e conservazione».
Mauro Nasi