A certificare il dissesto è stata la Corte dei Conti, che ha bocciato il piano di riequilibrio finanziario presentato a febbraio. Questo significherà che il debito sarà gestito da un organismo straordinario di liquidazione, che le tasse comunali saranno portate al massimo e che non si potranno fare investimenti per un bel po’. Un macigno che pesa sulla prossima campagna elettorale.
«Sarebbe facile, oggi, per me che in questa città ho fatto il consigliere comunale dopo una campagna elettorale da candidato sindaco, sparare a zero sui circa 100 personaggi, politici ed addetti ai lavori, che hanno contribuito a questa disfatta ma la colpa non è solo loro. È anche di tutti noi», spiega il senatore. «È di tutti quelli che ancora oggi si candidano o votano perché “se te serve qualche cosa poi ce penso io”; è di tutti quelli che “mio figlio è senza lavoro, non potresti dargli una mano?”; è di tutti quelli che “mi hanno fatto una multa, me la fai levare?”; è di tutti quelli che “sti ca*i di chi governa, tanto io campo de mio”; ed è soprattutto colpa mia, che ho fallito nel mio lavoro di politico. Ho provato a cambiare le cose e non ci sono riuscito».
Dessì conclude: «Io non rinnego nulla e rifarei tutto, soprattutto le denunce di un sistema criminale che ha depredato il nostro territorio e i cui esponenti ancora girano liberi per la città invece di stare nelle patrie galere».