Quest’ultimo, insieme ai fratelli Marco e Gabriele Bianchi, imputati davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Frosinone con l’accusa di omicidio volontario per l’uccisione il 6 settembre scorso a Colleferro del 21enne di origine capoverdiana, è stato accusato di aver fatto affari con la droga e di aver cercato di estorcere denaro a un giovane di Lariano che, avendo con i Bianchi un debito di venti euro, sarebbe stato massacrato di botte.
Sarebbe stato inoltre aggredito a colpi di MMA, la tecnica mista di arti marziali di cui i due fratelli di Artena sono campioni e che sarebbe stata utilizzata anche contro Willy, pure il padre del giovane, che avrebbe cercato di difendere il figlio. Un processo scaturito dalle indagini dei carabinieri di Velletri partite proprio dopo quel pestaggio, nel giugno 2019. “Fanno i grandi in paese, intimoriscono tutti. Spadroneggiano ma solo con gente come me, ossia con i più deboli”, ha specificato la vittima agli investigatori, riferendosi ai Bianchi e al loro gruppo. Tanto che alcuni acquirenti di droga, sono arrivati a negare ai carabinieri anche l’evidenza, preferendo, come è accaduto per quattro di loro, finire indagati con l’accusa di favoreggiamento piuttosto che confermare le accuse nei confronti dei “gemelli”, come sono noti Marco e Gabriele per la loro somiglianza. Le vittime, padre e figlio, avrebbero anche ricevuto pressioni per ritirare la denuncia presentata.
Omar Sahbani, un altro amico dei Bianchi, avrebbe detto al giovane: “Sei un infame tu e tuo padre, siete solo dei pezzi di merda…avete torto marcio e andate pure a fa la denuncia infami…morti de fame”. E Gabriele Bianchi: “Siete infami…lo sappiamo che avete fatto nomi e cognomi in caserma”.
In precedenza, per tali fatti, sono già stati condannati Marco e Gabriele Bianchi a 5 anni e 4 mesi di reclusione e il loro amico Orlando Palone a 2 anni e 8 mesi. Omar Sahbani, di Lariano, anche lui presente a Colleferro la notte in cui è stato ucciso Willy, ha patteggiato invece a 4 anni e 8 mesi. Cervoni, sempre di Artena, difeso dall’avvocato Emanuele Farelli, si trova ai domiciliari e le motivazioni della sentenza con cui è stato condannato a tre anni di carcere verranno depositate dal giudice Muscolo entro 70 giorni.