Si tratta dello scultore per antonomasia del XX secolo che scelse Ardea e Aprilia dove vivere e lavorare. Manzù ad Ardea ha deciso di costruire il suo Museo, ora gestito dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, che custodisce più di ottanta tra sculture, bozzetti e medaglie, quasi tutte in bronzo, realizzate da Manzù tra il 1927e il 1984, e circa 330 tra disegni, incisioni e bozzetti di costumi teatrali, eseguiti tra il 1940 e il 1980, e un prezioso archivio. Oltre ad ospitare la tomba del Maestro. Casa Manzù è poco distante, sotto il Comune di Aprilia. Lì abita ancora la moglie dell’artista, Inge Schabel. In quella casa sono passati i più grandi personaggi dello spettacolo, da Gina Lollobrigida a Walter Chiari, Alberto Sordi, Dino De Laurentis, Silvana Mangano, passando per Presidenti della Repubblica, Ministri, sottosegretari (Gianni Letta è un assiduo frequentatore di casa Manzù). È in corso il progetto per aprire al pubblico lo studio del Maestro: i lavori sono quasi finiti.
Giacomo Manzù è stato insignito della cittadinanza onoraria del Comune di Aprilia nel 1988, nel 2013 tutta la biblioteca comunale è stata intitolata a Giacomo Manzù. Perché Ardea e Aprilia hanno una memoria storica così corta? Bergamo, la città natale, si è data da fare per ricordare questo anniversario: la stessa città che premeva nel 2011 per trasferire le spoglie dell’artista nella Cattedrale in cui riposa anche Gaetano Donizetti. Non se ne fece più nulla, Ardea ed Aprilia hanno avuto occasione per riflettere sul rischio di perdere le spoglie di Manzù per sempre. Non hanno imparato la lezione.