Tenuta Puccini: 60 ettari della vasta area verde ceduti al Comune di Anzio
Sulla vicenda della tenuta Puccini ci sono alcune rilevanti novità. Nelle scorse settimane, per bocca dell’assessore alla Pianificazione territoriale Sebastiano Attoni, è stata ribadita la differenza dal progetto iniziale, che prevedeva la realizzazione dell’intera cubatura approvata, circa 230mila metri cubi, in un’unica area. Per avere un’idea, basti pensare che l’area da cementificare sarebbe pari a due volte e mezzo la superficie dell’ospedale Riuniti di Anzio, con un ampio fronte su via Ardeatina. Questa impostazione iniziale, presente nel PRG del 2005 – un piano regolatore generale ritenuto un totale fallimento anche da membri dell’attuale amministrazione – è stata ritenuta di eccessivo impatto paesaggistico. Nell’attuale progetto le aree su cui si distribuiscono i metri cubi previsti sono, invece, tre. Tutte e tre le aree verrebbero realizzate su una dorsale ancora da creare, un ampio boulevard alberato che collegherebbe lo stradone Sant’Anastasio con l’Ardeatina, su cui si innesterebbe, con un sistema di rotonde, tutto il complesso viario che, attualmente, consta di molte vie senza uscita, che terminano al confine nord della tenuta. Approvati in giunta convenzione ed elaborati, il progetto passerà alla Regione Lazio, per il rilascio di tutti i pareri tecnici previsti dalle normative urbanistiche. Se il giudizio regionale sarà favorevole, vi sarà anche un’altra importante novità. La già prevista cessione da parte del privato al Comune di circa 60 ettari dell’intera area, che il PRG del 2005 ha già destinato a verde pubblico attrezzato, passeranno di mano appena 60 giorni dopo la restituzione del progetto, perfezionato dai pareri tecnici favorevoli rilasciati dalla Regione, all’amministrazione comunale anziate per l’approvazione finale. Per intenderci, la cessione avverrà subito, ben prima che inizino i lavori di realizzazione degli edifici, lavori che, tra l’altro, ad oggi non vedono imprenditori pronti a farsene carico. Questo della gestione comunale dei 60 ettari a verde è l’aspetto più spinoso ed interessante dell’intera vicenda. Il comune di Anzio dovrà, infatti, provvedere a questa enorme area, che di fatto diventerebbe un parco cittadino tra i più grandi d’Italia. Salta subito all’occhio che saranno necessarie grandi risorse finanziare per farlo. Allora si pensa concretamente alla richiesta di un cospicuo finanziamento europeo, si parla di circa 3 milioni di euro, col quale realizzare tutte le strutture necessarie alla fruibilità pubblica dell’area e coprire tutti i costi diretti e indiretti di gestione. Ma non è soltanto una questione di soldi. Per gestire, come parco pubblico, questo straordinario polmone verde servono solide e specifiche competenze, che in Comune non ci sono. Una sfida complessa per l’amministrazione di Anzio, che si sta muovendo, forse per la prima volta dopo decenni, cercando anche l’appoggio e i pareri dell’associazionismo ambientale locale, Legambiente in testa. Basterà? Tra circa un anno potremo iniziare a conoscere quanto e come, questa gestione non verticistica e, si auspica, seria ed oculata della vasta area verde, potrà tradursi in realtà.
ATTONI: “NUOVA VIABILITà A CARICO DI CHI COSTRUISCE”
L’assessore alla Pianificazione territoriale, Sebastiano Attoni, è tornato a parlare del futuro della tenuta Puccini e lo ha fatto in un incontro, presso i propri uffici a Villa Adele, con il circolo locale di Legambiente. La cubatura è quella già prevista dal PRG del 2005, 234mila metri cubi di cemento su una superficie complessiva di dieci ettari e mezzo, dunque – dichiara Attoni – il consumo di suolo è inferiore di un ettaro e mezzo rispetto a quanto previsto nel 2005, con un vincolo alla realizzazione di strutture ricettivo-turistiche. Non verrà realizzata neanche una singola nuova casa, essendo del tutto esclusa una destinazione d’uso residenziale per detta cubatura. Escluse anche le multiproprietà, che avrebbero potuto di fatto celare l’uso residenziale in strutture apparentemente turistiche. La realizzazione della nuova viabilità sarà a carico dei privati che decidano di costruire le strutture turistiche previste dal progetto, come pure tutte le opere di urbanizzazione che, oltre alle strade, prevedono l’illuminazione pubblica e il sistema fognario. Queste opere, perciò, non partiranno se non si troverà chi investa nel progetto. Per quanto concerne la difficile sfida che si apre per l’amministrazione anziate, relativamente alla gestione di quasi 60 ettari destinati a verde pubblico, si intendono – conclude Attoni – tutelare e valorizzare le aree archeologiche individuate in questa vasta area, la cui salvaguardia non era prevista nel progetto iniziale.
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