Secondo il Pubblico ministero Pigozzo, Elisabetta Pinna sarebbe stata lasciata a “Villa Sant’Andrea” senza adeguata assistenza, senza alcuna supervisione medica, nonostante si trattasse di una donna che non riusciva più a camminare, a causa di una frattura femorale, vittima di cardiomiopatia e morbo di Alzheimer. La 89enne sarebbe stata lasciata a letto, immobile, senza mangiare e senza bere, senza che le venissero curate le piaghe che le si andavano formando, fino a che hanno assunto una dimensione di 20-25 centimetri. Le condizioni della donna, sempre per gli inquirenti, sarebbero poi state nascoste alla nipote, Antonella Porcu, coprendola, in occasione delle visite, fino al collo con la coperta. Sarebbe stato impedito anche al medico di base di visitare l’89enne.
Imputate nel processo che inizierà il prossimo 19 ottobre, davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Latina, l’infermiera Georgeta Palade, 56 anni, residente a Nettuno, Luciana Liberti, 63enne di Nettuno, dipendente della struttura per la terza età, Noemi Biccari, 29 anni, di Nettuno, operatrice socio-sanitaria, e Carmelina Maggiordomo, 65 anni, di Anzio, operatrice tecnica addetta all’assistenza, oltre ad Alfio Quaceci, al timone della società “Asclepio 84”, 70enne di Aprilia, che gestiva la casa alloggio “Villa Sant’Andrea”.