Inoltre le dosi arrivate questa settimana (dal primo marzo dovevano arrivarne a migliaia) sono pochissime, in linea di massima dalla farmacia della Asl Roma 6, sono state consegnate ai medici di base (che sono circa 450-500 divisi in 6 distretti) due flaconi di vaccino Astra Zeneca, che per questa settimana appena passata, sono serviti a vaccinare solo 22 soggetti per ciascun medico (pazienti sani e nati tra il 1956 e il 1959). Ogni flacone contiene infatti un multiplo di 11 siringhe piccole di contenuto di vaccino da somministrare per la prima dose. Poi a distanza di qualche settimana, si dovrà somministrare la seconda dose per completare il vaccino anti sars cov 2.
La tensostruttura di Ariccia, messa a disposizione dal comune di Ariccia, con la collaborazione della parrocchia, protezione civile e croce rossa, non ha mai più ricevuto le autorizzazioni della Asl Roma6 richieste nel protocollo d’intesa tra le parti. Così da ieri e anche stamattina i 10 medici di base che hanno il loro studio privato all’interno dell’ala al piano terra dell’ex ospedale Spolverini di Ariccia, hanno comunque iniziato a fare i vaccini, attrezzandosi da soli, con alcuni loro collaboratori sanitari a somministrare le prime 22 dosi di vaccino ai loro assistiti “sani” e di età tra i 65 e i 62 anni.
«C’è grande preoccupazione in noi – dicono alcuni medici riuniti di Genzano e Ariccia, che stamattina si sono incontrati in un coordinamento spontaneo – c’è poca comunicazione istituzionale, la Asl Roma6 risponde con molto ritardo alle nostre richieste e domande, siamo costretti a iniziare a somministrare i vaccini nei nostri studi, a volte stretti e angusti, nei corridoi o in aree attrezzate al momento, a nostro rischio e pericolo. Quando invece sappiamo tutti ci sono aree infinite, ampie e spaziose, sia di proprietà della Asl che comunali, alcune messe a completa disposizione dai sindaci, come ad Ariccia (tensostruttura oratorio parrocchiale) e Genzano (PalaCesaroni), a cui abbiamo dato la nostra adesione da oltre un mese, invece ci ritroviamo ad iniziare la vaccinazione nei nostri studi ambulatori, con poche dosi di vaccino a disposizione. Peraltro in alcuni casi non idoneo a certe patologie dei nostri assistiti, che devono recarsi per forza di cose, per la somministrazione del Pfizer in ospedale o in altri centri pubblici, facendo file di ore e riempiendo moduli cervellotici, molti di loro sono anziani e malati gravi. Se si vuole fare una vaccinazione seria, di massa e in piena sicurezza, ci si deve organizzare bene, con strutture ampie, adeguate, sicure dal punto di vista igienico sanitario e soprattutto si devono avere a disposizione ogni settimana, non due flaconi da ricavarci 22 dosi, ma centinaia di dosi a settimana e differenziate tra Astra Zeneca e Pfizer, secondo le età, le patologie dei nostri pazienti. Di questo passo non si va molto lontano».
I medici di base erano presenti questa mattina all’incontro nella sala accoglienza dei loro studi medici all’ex ospedale Spolverini. Anche il sindaco di Ariccia Gianluca Staccoli si dice meravigliato che le dosi di vaccino di cui si parla da mesi siano «così scarse» e che «non si è dato ancora il via alle vaccinazioni alla tensostruttura di Ariccia, messa a disposizione dal comune e dalla parrocchia, grazie all’interessamento dei consiglieri comunali Luigi Proietti e Danilo Costantini, con la collaborazione della protezione civile, croce rossa e medici di famiglia del distretto H2 che coinvolge ben 6 comuni».
La popolazione della Asl Roma 6 che comprende 21 comuni tra i Castelli e il Litorale è di circa 550 mila abitanti, di varie età e con varie patologie, hanno aderito a vaccinare i propri assistiti circa il 60% dei medici di famiglia presenti sul territorio, «ma vogliamo essere messi in condizioni di farlo in maniera sicura, snella e veloce, visto l’incalzare della pandemia da covid19 che non si ferma» dichiara il dottor Ugo Piccarreta di Genzano, sostenuto da molti altri suoi colleghi del territorio in questa fase. «Dedico comunque questa prima giornata di vaccinazione nei nostri studi medici, alle popolazioni del Madagascar, alla città di Malgasci, dove la nostra associazione Gialuma Onlus, opera dal 2004, dove le popolazioni vivono ancora senza avere le medicine essenziali e nessun tipo di vaccino, in quanto poveri ed emarginati», ha dichiarato la dottoressa Luana Mannocci, impegnata da sempre nell’aiuto ai più deboli in quella terra e anche in Italia con tante iniziative sanitarie e umanitarie. Tutti i medici di base sono stati anche concordi nel dire che questa vaccinazione è diversa da tutte le altre, visto la pandemia mondiale e i tanti contagi e morti, quindi le autorità sanitarie e governative devono snellire le procedure, rendere semplici le cose e fornire i vaccini necessari e le strutture adeguate dove farli in grande quantità.