Si tratta del sito archeologico più importante di Marino, che celebrava il culto della dinastia Julia (“Gens Julia”, Julo era il figlio di Enea), dono di Tiberio in memoria di Augusto, e usato per due secoli, fino ad Antonino Pio. Il sito consta di un circo, che conserva gli unici punti di partenza dei cavalli di tutto il mondo romano antico, un teatro e un foro che contiene i locali e i locali e i mosaici dei “Sodales Augustales”, i sacerdoti dediti al culto della Gens Julia, che officiavano anche i giochi del circo equestre.
In primo grado solo i proprietari sono stati condannati poiché pur essendo stata riconosciuta l’illegalità della licenza della struttura principale, il collegio giudicante non aveva trovato prova dell’intenzionalità di compiere le illegalità, considerate solo degli errori. Il proprietario era stato condannato giacché aveva demolito interamente la struttura e l’aveva ricostruita gettando fondamenta di cemento armato – sopra i mosaici romani – per cui aveva realizzato, questa volta intenzionalmente, una nuova struttura.