Chi era Fanfulla nella storia
Tra storia e leggenda, Fanfulla era un cavaliere nato a Lodi nel 1477 e morto in battaglia a Terracina nel 1525. Un condottiero, che deve la fama al ritratto colorito che ne fece Massimo d’Azeglio nel romanzo “Ettore Fieramosca o La disfida di Barletta” del 1833. Nell’opera vennero narrati i fatti d’arme della contesa tra Spagna e Francia per il possesso del Regno di Napoli. Secondo alcuni storici Fanfulla ebbe un ruolo determinante nello scontro attraverso atti eroici non privi di astuzia. Al termine della guerra sarebbe stato premiato col titolo di cavaliere dal potestà spagnolo Consalvo di Cordoba.
Fanfulla: maschera di padre in figlio
La maschera fece il suo ingresso ufficiale nel carnevale terracinese attraverso Salvatore Giorgi. “Erano gli anni del primo dopoguerra e mio nonno lanciò questo abito caratterizzato da un frac lungo e un cilindro”, racconta Paola Giorgi, per tutti a Terracina conosciuta oggi con il soprannome di Fanfulla. “Erano tempi duri, e mio nonno, con 8 figli si arrangiava come poteva come spazzino e accalappiacani. Nonostante le difficoltà si poneva sempre in modo simpatico e allegro, soprattutto con i più piccoli. Nel periodo di carnevale, amava indossare il suo abito di Fanfulla, radunando i bimbi e sfilando con loro per le vie del centro”. Alla morte di Salvatore sarà il figlio Vittorio a riprendere il vestito e a far conoscere a tutta Terracina la maschera alle generazioni successive. “Mio padre riprese il vestito e lo arricchì con tante decorazioni e scherzi. Fecero ingresso le scarpe nere e i guanti bianchi. Erano gli anni 80 quando le sfilate dei carri a Terracina avevano in testa il gruppo bandistico e mio padre Fanfulla apriva la sfilata. Il vestito lo custodisco io”, rivela Paola. “Per me ha un valore sacro perché Fanfulla non è solo una maschera, ma uno stile di vita allegro e ottimista che contraddistingue la mia famiglia e in cui io mi riconosco a pieno”.
Chi era Vittorio Giorgi “Fanfulla”
Dipendente dell’azienda autonoma soggiorno e turismo di Terracina, Vittorio Giorgi era molto conosciuto in città. Oltre a trasformarsi in Fanfulla a carnevale, “è ricordato nella storia cittadina per aver organizzato manifestazioni come Emozioni e Gli Angeli del Ring. Insieme ad altri amici, ha anche fondato un’associazione podistica capace di raccogliere tantissime adesioni in quegli anni. Molti ragazzi di allora, oggi anziani, rappresentarono Terracina oltre oceano, partecipando a una edizione della maratona di New York”. A 10 anni dalla scomparsa di Vittorio, proprio gli amici del podismo hanno avviato una raccolta firme per chiedere al Comune di intestare una via cittadina al nomignolo che contraddistingue le generazioni Giorgi a Terracina. “È un’iniziativa di cui siamo orgogliosi, d’altronde Fanfulla fa parte della tradizione cittadina e questo sarebbe un modo per non lasciare che la memoria si perda nel tempo”.
Il carnevale di Terracina verso il centenario della maschera
Per le vie di Terracina oggi non passano carri allegorici e la maschera non fa più la sua apparizione da quando è morto Vittorio nonostante si consideri tuttora il simbolo del carnevale terracinese. L’edizione del Carnevale Pontino 2019 si ferma a Borgo Hermada, in centro saranno organizzati comunque eventi e sfilate in maschera. “Un peccato” commentano in tanti, “erano momenti unici”. Perché allora non riprendere la tradizione la prossima edizione del carnevale? Nel 2020 ricorre il centenario dalla nascita della maschera di Fanfulla, occasione ideale per leggerla formalmente maschera di Terracina. Un’occasione per rendere onore a un tempo romantico in cui nonostante le difficoltà ci si ritrovava insieme per momenti di gioia e spensieratezza e contestualmente recuperare la popolare maschera, simbolo di una storia unica in tutta la provincia pontina.