Gli arrestati sono ritenuti responsabili, in concorso fra loro e con ruoli diversi, di aver costituito un’organizzazione dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, nonché di ulteriori reati quali estorsione, usura, concessione illecita di finanziamenti ed altro, tutti commessi con l’aggravante del metodo mafioso.
Il ruolo apicale di promotore è stato attribuito a Giuseppe Casamonica, recentemente uscito dal carcere dopo circa 10 anni di detenzione.
Le indagini sono state avviate nell’estate del 2015, ancor prima degli sfarzosi funerali di “Zio Vittorio”, ed hanno permesso di documentare l’esistenza di un’associazione mafiosa autoctona strutturata su più gruppi criminali, prevalentemente a connotazione familiare, dotati di una propria autonomia decisionale, operativa ed economica e dediti a vari reati tra i quali lo spaccio di stupefacenti, l’usura, le estorsioni ed altro.
Dalle indagini è emerso che il clan, grazie alla disponibilità di armi ed all’utilizzo di una lingua difficilmente decifrabile, aveva una forza dominatrice difficilmente contrastabile.
Molto fiorente l’attività di prestito. Coloro che si rivolgevano al clan per avere denaro – molti erano anche vip – non riuscivano più a sottrarsi alle richieste di denaro, che continuavano anche a distanza di anni.
Fra gli arrestati anche appartenenti ai cugini Spada, tra cui il noto pugile, ex campione italiano, Domenico Spada detto “Vulcano”.
Sequestrata una palestra a Marino riconducibile a Vulcano, un ristorante alle spalle del Pantheon, un centro estetico ed una discoteca a Testaccio, oltre a numerosi conti correnti ed autovetture nella disponibilità degli indagati. Nello stesso contesto sono stati messi i sigilli a diversi alloggi popolari dislocati a Roma e provincia, occupati irregolarmente da alcuni degli indagati. Da oltre 10 anni, uno degli appartamenti era stato sottratto con con violenza e minaccia armata al legittimo possessore, oggi ultrasettantenne, costretto a vivere per strada.
Rinvenuti e sequestrati vari conti correnti, circa 50.000 euro in contanti, 20 autovetture, decine di orologi di lusso e numerosi appunti manoscritti utili al proseguo delle indagini.