C’è stato un vero e proprio conflitto a fuoco, alla fine a restare a terra è stato l’apriliano, volto noto alle forze dell’ordine e scarcerato a marzo scorso dalla casa circondariale di Pisa.
La scena è stata ripresa dalla videosorveglianza interna del negozio. Due telecamere: una esterna che ha filmato il ‘palò, il terzo complice, e una interna che ha ripreso i due banditi, uno dei quali armato di pistola. È stato lui a farsi aprire la porta dalla moglie del gioielliere, che lo ha riconosciuto perché precedentemente era stato in negozio fingendosi un cliente e promettendo di tornare per fare acquisti. Con lui c’era Bernardi, volto travisato da una calzamaglia e occhiali da sole.
L’altro, come il complice rimasto fuori, era a volto scoperto. Appena dentro, il bandito armato ha estratto la pistola di piccolo calibro e l’ha puntata in faccia alla donna, il marito era nel laboratorio sul retro e ha subito capito che cosa stava accadendo ed ha impugnato la sua pistola.
Dalle immagini della videosorveglianza non si capisce chi ha sparato per primo. Dentro il negozio vengono esplosi 8 colpi, 2 dal rapinatore, 6 dal gioielliere di cui 2 raggiungono Bernardi, anche se uno solo è mortale: quello che lo colpisce al fianco sinistro trapassando il cuore e uscendo dal braccio destro. Il gioielliere è indagato per omicidio, un atto dovuto dicono dalla Procura.
La vita di Bernardi è macchiata da precedenti commessi sempre fuori Aprilia. Nel 1998 fu sorpreso a rubare un’auto a Latina, nel 2000 arrestato ad Anzio mentre si calava dal tetto per entrare in un supermarket, nel 2002 mise a segno una rapina in banca ad Alessandria e nel 2010 ingaggiò una sparatoria davanti ad una banca di Capalbio, all’Argentario, con i Carabinieri. Per quel reato, commesso insieme a un complice di Pomezia, ha scontato la pena in carcere fino a tre mesi fa. Ora l’ultima, tragica rapina.