Il forno di Brillo con i suoi filoni appena sfornati, la ferramenta di Barchiesi, il bar in piazza di Carones, l’armeria Rossi che vende un po’ di tutto, se ti si rompe una cinta vai da Boccolini: sono solo alcuni dei punti di riferimento secolari di Albano conosciuti da grandi e piccini, giovani e anziani. Sono le botteghe centenarie, ben tredici su tutto il territorio comunale, che hanno tramandato la gestione di padre in figlio o di madre in figlia e che per il loro alto valore storico sono state premiate prima delle feste natalizie dalla Confederazione nazionale artigiani in collaborazione con il Comune di Albano Laziale e il gruppo Facebook “Albano sparita” per cui il giornalista Maurizio Bocci ha curato la ricerca storica e documentale. Durante la cerimonia di premiazione è stata letta la poesia inedita “Botteghe, testimogni rari”, scritta per l’occasione dallo scrittore e poeta albanense, Aldo Onorati mentre sullo sfondo sono state proiettate tantissime immagini dei primi del Novecento della città di Albano. La cerimonia a cui ha partecipato anche il sindaco Nicola Marini è stata occasione anche per rispolverare ricordi e aneddoti che hanno caratterizzato anche le famiglie delle antiche botteghe: amori, matrimoni, figli ed eredità, con tanto di commenti coloriti dei partecipanti più anziani. Come ha narrato con dovizia di particolari Maurizio Bocci ci sono storie che restano nella memoria collettiva come quella di Lorenzo Turoli detto Brillo che sul suo asino andava a raccogliere le fascine di castagno nel bosco, mentre la moglie andava di casa in casa ad avvisare le donne che era il momento di recarsi al forno per infornare le loro pagnotte. Ancora Luigi Cagnoli, che nel 1888, all’interno dei locali del grande edificio all’angolo tra il Corso e via Aurelio Saffi, aprì il primo supermercato dell’epoca e, quando il negozio fu distrutto da un incendio, ripagò tutti, anche i proprietari di 2 canarini morti soffocati. Oppure Marina Millefiori in Turoli, che all’età di sei anni, nel negozio di sua madre in piazza Pia aveva incontrato nientemeno che Giuseppe Garibaldi che doveva comprare una bambola per la figlia Clelia, per non dimenticare la cordialità dello storico libraio Mario Caracuzzo o l’astuzia di Arturo Bianchini che a soli 7 anni riuscì a salvare i partigiani dai nazisti. Il premio che la CNA ha voluto consegnare alle botteghe centenarie di Albano assume un valore importante in questo periodo di crisi e di difficoltà del commercio, che però non ha fatto perdere ad Albano il suo tratto distintivo da secoli: quello della città dello shopping e della vetrina naturale più lunga dei Castelli Romani. A ricevere il premio sono state le botteghe Rosa a Lumara, Brillo, Caracuzzo, Cagnoli, Boccolini, Gioielleria Bianchini, Bar Carones, Armeria Rossi, Forno Cellini, Boutique Turoli, la Ferramenta Barchiesi, l’ottica Chiapponi, la merceria Maggi, tutte fondate tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento. Il prossimo anno come annunciato verranno premiate le botteghe più “giovani” nate nel dopoguerra, ma pur sempre rappresentative del commercio locale.
16/01/2015