“Odi et Imu”. Se Catullo fosse magicamente apparso nella nostra era, questo sarebbe stato il titolo della sua opera più celebre. Vedendo la confusione regnante intorno alla Mini Imu di lettiana memoria, avrebbe senz’altro rabbrividito. Calcoli, aliquote, rendita catastale, differenze numeriche, centri di assistenza fiscale, moduli F24, una marea di burocrazia e di matematica per pagare qualche decina di euro. Una quarantina mediamente dicono le cronache nazionali: complessivamente 2400 Comuni, 10 milioni di italiani coinvolti. Il decreto legge 133 del 30 novembre 2013 infatti, pur decretando l’abolizione definitiva della seconda rata dell’Imposta Municipale Unica per tutta una serie di immobili, ha comunque permesso ai Comuni italiani di fare un po’ di cassa tramite gli introiti “Mini Imu”. Ossia i cittadini proprietari di prime case, di unità appartenenti alle cooperative edilizie a proprietà indivisa e assegnate ai soci, di alloggi Iacp, di casa assegnata al coniuge separato e di alcuni tipologie di terreni agricoli, hanno dovuto pagare entro lo scorso 24 gennaio il 40% della somma che emerge tra l’aliquota base dell’Imu 2013 (4×1000) e l’aumento deliberato dal proprio Comune (per esempio 4.9×1000 a Marino, Albano Laziale, Genzano e Lanuvio). In questa marea di operazioni matematiche vanno inserite le detrazioni per le famiglie previste da Stato e Municipio. Ovviamente anche i Castelli Romani non si sono tirati indietro e i residenti del comprensorio hanno potuto scegliere fra tre modalità differenti di pagamento: Caf, commercialista e il “fai-da-te”, scaricando il relativo modulo da internet e calcolando quindi la rata media. Oltre a tutti coloro che posseggono seconde case, esclusi dal pagamento i proprietari che hanno prime case nei Comuni dove l’aliquota non è stata alzata sopra la soglia del famigerato “quattro per mille”: bene dunque i Comuni di Castel Gandolfo, Frascati ed Ariccia. I residenti degli altri municipi castellani, invece, hanno sborsato quattrini sulla base delle vecchie aliquote Imu 2012, lasciate invariate nel 2013: Nemi 4.5, Ciampino 4.4, Lariano e Rocca di Papa 5 e Velletri 6. A Grottaferrata invece l’aliquota Imu è stata leggermente innalzata a 4.8 con delibera del commissario straordinario, datata maggio dello scorso anno. Per legge, in caso di un importo Mini-Imu inferiore ai 12 euro nulla è stato dovuto, salvo diversa delibera del singolo Comune. E proprio nei casi criptense e marinese, tanto per citare un paio di realtà cittadine, il versamento non era dovuto qualora l’imposta complessiva da versare fosse inferiore o uguale ad appena 2 euro. Vale a dire che per pagare l’imposta in questione è stata più grande l’impresa che la spesa.
29/01/2014