È l’ennesima opera – realizzata con denari pubblici – mal progettata ed eseguita peggio, senza alcun controllo effettivo (nonostante gli atti amministrativi dicano il contrario). Opera che giace abbandonata, e su di essa compare, inquietante, l’ombra della “cricca” degli appalti pubblici attualmente sotto inchiesta da parte delle Procure di Perugia e Firenze. Parliamo del cosiddetto potenziamento della rete fognante a Latina Lido, che dovrebbe essere collegato al nuovo depuratore di Foce Verde; depuratore ipotizzato in un’area accanto al sito della vecchia centrale nucleare (di proprietà della Sogin). Per questo progetto, da anni, la Regione Lazio ha concesso un finanziamento di 2 milioni e mezzo di euro. E, vista la realizzazione in corso del deposito “temporaneo” per le scorie radioattive sullo stesso sito, rischia di non essere mai realizzato per una evidente incompatibilità funzionale tra le due strutture. Intanto, il depuratore che già c’è, sul lato sud del canale Acque Alte, alla vigilia dell’estate (prima decade di giugno) lo abbiamo trovato fermo.
PROGETTATE E FATTE MALE
Complessivamente, per il potenziamento della rete fognaria e per il nuovo depuratore, sono stati stanziati 3 milioni e 571.428,57 euro. Di questi: 2,5 milioni derivano dal finanziamento regionale, il resto è a carico dell’ATO 4. Tutti soldi pubblici. Una volta realizzate, le opere dovrebbero esser date in gestione, come le altre, ad Acqualatina. Ad aggiudicarsi la parte iniziale dell’appalto (“potenziamento” della rete fognaria), fu la società Opere Pubbliche Srl, di cui era ed è tutt’oggi rappresentante legale la signora Rossella Troise, moglie del Direttore Tecnico della stessa società Francesco Maria De Vito Piscicelli, quello che rideva al telefono con suo cognato, la notte del terremoto in Abruzzo, pregustando gli affaroni della ricostruzione. In base alle risultanze delle inchieste in corso, sarebbe uno dei principali componenti della “cricca” degli appalti pubblici.
MA PER LA GIUNTA L’OPERA È OK
Apparentemente, questo potenziamento delle fogne è stato eseguito a regola d’arte, tant’è che con la delibera n. 472 del 23 luglio 2004, la Giunta Comunale di Latina (assente solo l’Assessore Enrico Tiero) approvò all’unanimità il relativo collaudo tecnico – amministrativo, con conseguente liquidazione delle spettanze economiche (circa 220 mila euro). Di conseguenza, l’opera doveva essere consegnata al gestore Acqualatina, come da contratto, previo verbale di consegna sottoscritto anche dall’ATO 4. Invece l’inflessibile Responsabile della STO (Segreteria Tecnico Operativa), Ing. Sergio Giovannetti, rilevò e comunicò all’amministrazione comunale che i lavori erano stati fatti male e “a casaccio”: le condutture risultavano mal allineate e mal connesse tra di loro; addirittura c’era problema di pendenze che favorivano persino l’infiltrazione di acqua dal mare nei tubi (in realtà la conduttura costeggia il Canale Colmata – lato monte – ad oltre cento metri dalla linea di battigia del mare). Tutto sbagliato, tutto da rifare.
… E NON CHIEDE I DANNI
La Opere Pubbliche Srl (divenuta nello stesso periodo SpA) si giustificò con il fatto che c’erano state cinque varianti in corso d’opera, perché già da allora fu previsto lo spostamento dell’attuale depuratore di Latina mare. Acqualatina, seguendo il parere del responsabile della Segreteria Tecnico Operativa, rifiuta la presa in carico dell’opera e comunica che ciò sarebbe avvenuto solo quando le cose sarebbero state messe a posto.
Lo stesso responsabile della STO, Giovannetti, consiglia al Comune di citare davanti al Tribunale la ditta che aveva eseguito le opere. Invece, per tutta risposta, con la delibera n. 297 del 19/05/2005, viene stipulato un “accordo bonario” con la stessa ditta. Chi ha avuto, ha avuto e chi ha dato, ha dato.
TUTTO ABBANDONATO, MA DOVE SCARICANO LE NUOVE?
L’esito dell’intera faccenda è quello che si vede nelle foto: la casetta dove erano stati installati le pompe e i quadri comando a servizio della nuova rete, è stata saccheggiata, le pompe non ci sono più ed il resto versa in un deprimente stato di abbandono. La stessa rete fognaria non è mai stata collegata al nuovo depuratore, visto che tale opera è ancora di là da venire.
Non sappiamo se il signor Piscicelli si è fatto una risata anche per quest’altro affare (come per il terremoto in Abruzzo): di certo per i cittadini che continuano ad assistere inermi a questi sprechi di denaro pubblico (che non producono alcun servizio), c’è poco da ridere.
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Nella stessa area agricola vogliono fare laguna, porto e case
Il terreno agricolo (sullo sfondo il reattore nucleare Cirene) dove passano le fogne fatte male e inutilizzabili, è già lottizzato. Qui un atto (che Il Caffè ha in mano) tra il Comune e una famiglia di ex produttori di mozzarelle, prevede il Marina Village: villette a schiera e palazzi, con tanto di laguna, nell’ambito del progetto del Porto di Foceverde.
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TASSA PAGATA PER UN SERVIZIO INESISTENTE
Nei primi anni della gestione di Acqualatina, molti utenti della zona hanno pagato il servizio di fognatura e depurazione, pur non essendo allacciati alla rete. Nell’ottobre 2008 la Corte Costituzionale ha decretato l’illegittimità di tale riscossione, ma il Parlamento (con una votazione “bipartisan”) ha approvato una legge in base alla quale si paga lo stesso se le opere sono già state “progettate” e/o in “fase di realizzazione”: sembra l’identikit di quanto accaduto al Lido di Latina.
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Scuola di polizia affidata alla cricca
Nello stesso periodo in cui agiva a Latina Lido, la società di Francesco Maria De Vito Piscicelli (il costruttore che rideva al telefono con suo cognato, la notte del terremoto in Abruzzo all’idea di fare affari con la ricostruzione) aveva ottenuto l’appalto per la nuova ala della Scuola di Polizia di Nettuno.