Interessa pure chi ha casa nei Comuni del litorale, “infestato” da centinaia e centinaia di lottizzazioni abusive (quindi seconde e terze case), che in estate portano la pressione in rete quasi a zero. Ma a secco si resta anche in città della pianura che galleggiano sull’acqua, come Aprilia o Latina, in zone e palazzi “sfortunati”, a seconda che si trovino più o meno vicini ai cosiddetti “funghi”.
RETI COLABRODO
Tutto ciò è dovuto a cause ben conosciute da tempo. Le principali sono la dispersione fisica e quella “amministrativa” (cioè acqua non fatturata) delle reti: per ogni litro di acqua che arriva ai nostri rubinetti se ne perde altrettanta nelle reti idriche gestite da Acea Ato 2. Questo dato si raddoppia addirittura nelle reti gestite da Acqualatina: ancora oggi il 64% dell’acqua immessa viene dispersa. Circa 8 anni fa, all’inizio della gestione Acqualatina, era di circa il 70%.
NUOVE CASE SENZA SERVIZI
Ma ad aggravare il problema c’è stato anche il boom edilizio degli ultimi anni. Ad Acea Ato 2 e Acqualatina compete di concedere le autorizzazioni per il collegamento alla rete di distribuzione e per l’allaccio alle fognature. Spesso viene quindi concessa una “autorizzazione provvisoria” per l’avvio del cantiere e la realizzazione degli edifici (a loro volta poi dotati di collegamenti alla rete e dei relativi contatori). Ma, poiché gli attuali depuratori, quei pochi che funzionano, sono già sovraccarichi rispetto all’attuale popolazione residente, l’autorizzazione definitiva per l’allaccio alla fognatura spesso viene negato. Quindi i costruttori costruiscono, vendono e incassano. Chi compra, convinto di avere una casa con i servizi idrici a posto, si ritrova invece senza fogne e depurazione. E quindi senza certificato di abitabilità.
SI COSTRUISCE SENZA SISTEMARE L’ESISTENTE
Così è stato deciso che deve esser data priorità agli interventi sui depuratori, mentre gli investimenti per il miglioramento dell’efficienza complessiva della rete sono stati lasciati in secondo piano (inteso come prospettiva). Insomma, un cane che si morde la coda.
Ben vengano gli interventi per depurare, magari coi soldi anche dei privati, anziché in gran parte pubblici, come avviene contrariamente a quanto promesso. Ma sarebbe logico provvedere prima agli edifici e agli abitanti già esistenti, invece di creare l’assurdo circolo vizioso che poi si ripercuote anche sulle nuove case e su chi ci va a vivere.
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Servizio ridotto? Riducano le bollette
Se l’utente non paga, gli staccano l’acqua (anche con scorta armata), oltre ad obbligarlo a pagare la depurazione anche se non la riceve.
Le società idriche invece non danno il dovuto (acqua scarsa o contaminata) e non investono come dovrebbero, ma alzano le tariffe. La legge e il buonsenso richiederebbero di ridurre la bolletta, perché il contratto non viene adempiuto pienamente. Foto: serbatoio a Cecchina (Albano) per la distribuzione di acqua potabile, che manca ogni estate.
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Acqua: risorsa limitata da non sprecare
• L’acqua, che pure è abbondantissima sul nostro pianeta, costituisce appena lo 0,1% del suo volume
• L’acqua dolce costituisce a sua volta appena il 2,5% di tutta l’acqua presente sulla Terra
• L’1,8% di questa acqua dolce è costituito dai ghiacciai perenni e dalle calotte polari
• L’acqua dolce effettivamente “a disposizione” (includendo i fiumi, i laghi e la falda del sottosuolo), attualmente è quindi appena lo 0,8% dell’acqua presente nel pianeta Terra. Ma potrebbe essere molta di meno a causa dei cambiamenti climatici