La vittima venne azzannata a una gamba e trascinata con forza, riportando ferite che i medici giudicarono guaribili in venti giorni. L’animale, una volta bloccato, sarebbe stato inoltre subito portato via a bordo di un’auto, impedendo così i controlli sanitari. Finirono imputati un 63enne e il figlio di 31 anni, il primo per aver omesso di predisporre nella sua proprietà delle recinzioni idonee ad assicurare che il cane non uscisse all’esterno e il secondo per non aver badato a lasciare l’animale nel cortile dopo aver aperto il cancello per rientrare a casa a bordo di un’auto.
I due vennero quindi condannati dal Giudice di pace alla pena di 1.500 euro di multa e a risarcire i danni alle parti civili, all’esito di un separato giudizio, oltre che a pagare una provvisionale di ottomila euro. Una sentenza confermata dal Tribunale di Latina, ma ora annullata dalla Cassazione, essendo scattata la prescrizione. Ricorso rigettato però agli effetti civili. I risarcimenti dovuti alle parti civili diventano così definitivi.