È definitiva la condanna a 7 anni, 2 mesi e 20 giorni per Sergio Gangemi, per il reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso. La Cassazione ha rinviato alla Corte d’Appello gli atti per stabilire il risarcimento al Comune di Aprilia, che si era costituito parte civile per il danno alla città provocato da reati definiti di «estrema gravità e di elevato allarme sociale».
Gangemi era accusato di estorsione, usura e di aver compiuto attentati con ordigni da guerra, agendo con modalità mafiose, ai danni di due imprenditori di Aprilia e Pomezia. Altri tre imputati sono ancora sotto processo.
“Quel risarcimento è per tutti noi il simbolo di quella giustizia che deve diventare pratica quotidiana e condivisa: la destinazione dell’importo del risarcimento alla collettività, come ad esempio alla valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata o alla riqualificazione sia urbana che culturale e sociale di quartieri della città troppo spesso dimenticati, renderebbe compiuta quell’azione di resistenza partita dal basso e portata poi avanti dalle istituzioni, innescata da una “semplice” istanza di costituzione di parte civile. La giustizia può realizzarsi e va sempre perseguita, nonostante le difficoltà, le ritrosie, gli sguardi di sufficienza, i silenzi” spiega “Reti di Giustizia- il Sociale contro le mafie”, l’associazione che promosse la costituzione di parte civile del Comune di Aprilia.