Tra questi ci sono le azioni di una società sportiva che ha sede proprio presso questo campo sportivo conosciuto da pochi. Un impianto che si trova in Via Coriolano, a Campo Boario, nella periferia a nord-est di Latina, nel quartiere dove ha trovato stanzialità gran parte degli ex nomadi sinti residenti nel capoluogo pontino. Da qui è iniziato tutto.
1980: ‘FORTI E LIBERI’. 1992 CON TUMA E CHA CHA DI SILVIO
Era il 1980 quando in questo quartiere ‘difficile’ un gruppo di appassionati mise in piedi l’Unione Sportiva Campo Boario “Forti e Liberi”. Togliere i ragazzi dalla strada era l’imperativo dei coraggiosi fondatori del sodalizio che iscrisse la squadra al campionato di terza categoria. Dopo una decina d’anni, però, le ristrettezze economiche condussero la società, passata in seconda categoria, sull’orlo della chiusura. Si arrivò alla stagione 1992-93 quando si fecero avanti Gianluca Tuma e Costantino “Cha Cha” Di Silvio che ne divennero dirigenti, mentre il settore giovanile venne affidato a Giovanbattista Di Pofi.
Anche se ufficialmente i due nuovi giovanissimi dirigenti non risultavano avere attività particolarmente redditizie, si cominciò ad avere qualche soldo in cassa e giocatori per il salto nel campionato di Promozione. Le cose filarono abbastanza lisce per una decina d’anni, ma un bel giorno, il 1° febbraio 2004, anche quest’avventura finì.
2004: LE BOTTE AL DERBY CON LA SAMAGOR
Era il giorno del derby con la Samagor, la squadra prima in classifica che giocava in casa su un campo ad appena 400 metri da quello della Campo Boario, che era seconda.
A quel tempo, il quartiere era in pieno fermento edilizio: edifici e palazzi sbucavano come funghi, ma passando vicino ai cantieri non si sentiva parlare in italiano chi ci lavorava. Per lo più erano rumeni, ma quelli che erano identificabili come capocantiere invece parlavano un dialetto campano molto stretto. Si trattava di ditte in subappalto, quasi tutte dal casertano: in particolare da Casal di Principe e San Cipriano d’Aversa. Le testimonianze su quel derby non sono univoche nel rispondere alla domanda: «Chi ha colpito per primo l’arbitro?». Fatto sta che due tesserati del Campo Boario, a fine partita malmenarono l’arbitro responsabile di decisioni non condivise: la conseguenza fu la radiazione della squadra dal campionato di calcio con la vittoria a tavolino per 3 a 0 per tutte le squadre che l’avrebbero dovuta incontrare nei turni successivi. Sembrava la fine ed invece, dopo una breve parentesi la società fu rimessa in piedi con il nome di A.S. Campo Boario “Forti e Liberi”.
DAL CAMPETTO ALLE ELEZIONI
A guidare il nuovo sodalizio erano Giampiero Di Pofi (anche lui finito nell’inchiesta) e Gino Grenga (presunto prestanome del clan in alcune società sequestrate), mentre Massimetto Banin prima e Giuseppe Mallardo poi, diventarono le guide tecniche. Mallardo proveniva dal Cisterna Calcio dell’onnipresente (in senso sportivo, s’intende) Domenico Capitani.
Fu allora che apparve un’intervista su una tv locale, ripresa presso il campo della “nuova” associazione sportiva, ad un giovane commercialista in giacca e cravatta: Pasquale Maietta. Visto che le sue condizioni economiche glielo permettevano, aveva sentito il bisogno di regalare alla società redenta le scarpette e le divise che avrebbero consentito ai bambini di frequentare le attività sportive nel quartiere.
Pochi notarono che l’intervista fu concessa qualche settimana prima delle elezioni comunali di Latina del 2007, dove poi il commercialista “mecenate”, tra la sorpresa generale, risultò il più votato nella lista di Alleanza Nazionale: quella dell’allora Sindaco Vincenzo Zaccheo.
Le fulminee, brillanti e parallele carriere di Pasquale Maietta nel gioco del calcio e in politica, divennero presto ben note alla città, così come le sue frequentazioni con i vecchi amici di Campo Boario. Amici conosciuti e temuti da tutti a Latina per la loro ‘cultura’ e per certi metodi. A loro si sarebbe rivolto, secondo la Questura, l’ex Assessore al bilancio del Comune, il parlamentare in carica e tesoriere del proprio gruppo alla Camera Maietta per dare lezioni a chi non ‘rigava dritto’. Oggi sono sotto sequestro le azioni dell’A.S. Campo Boario “Forti e Liberi”, ma con questo sequestro, di fatto, è tornata a sentirsi un po’ più libera un’intera città.
Lo ha dimostrato il corteo spontaneo che la sera di sabato 17 ottobre ha portato circa 2mila persone davanti alla Questura in segno di ringraziamento agli organi inquirenti. Ora serve la forza dell’intera città per denunciare e non subire supinamente. Liberi e forti.