Dopo innumerevoli altri sforamenti, anche a luglio e agosto scorsi i veleni pericolosi per la salute e per l’ambiente rinvenuti dai tecnici dell’Arpa Lazio nei pozzi di controllo della discarica di Albano hanno superato i limiti massimi ammessi dalla legge per quattro volte. Sotto accusa, in particolare, il pozzo A, in cui l’Arsenico supera del 260% i limiti di legge e i Floruri, sopra al limite massimo di oltre il 300%. È quanto si legge nella relazione tecnica redatta dai tecnici di Arpa Lazio e consegnata stamattina al consigliere comunale di Albano, Marco Moresco. “Dopo 5 anni di stop, la discarica di Albano è tornata in funzione oltre un anno fa – dichiara il consigliere Moresco – eppure i pozzi sottoposti mensilmente ai controlli di legge continuano ad essere solo e soltanto 4, a fronte di almeno 11 pozzi attivi ed operativi all’interno del sito industriale. L’Ufficio Rifiuti della Regione Lazio non ha ancora provveduto a revisionare l’Autorizzazione che permette alla discarica di funzionare, che risale al 2009, e che negli ultimi 13 anni non è mai stata aggiornata. In questo lungo arco di tempo in discarica i pozzi sono spuntati come funghi: in Regione qualcuno se n’è accorto? Le istituzioni sono consapevoli del fatto che quel sito non è un chiosco di caramelle ma costituisce un’area che crea problemi a salute e ambiente? Questo mutismo istituzionale – continua Moresco – mi lascia perplesso soprattutto perché i vertici amministartivi della Regione Lazio sanno molto bene che dopo l’esaurimento del VII invaso, il rischio che la discarica torni in funzione, paventato più volte da cittadini, associazioni e comitati, sono più che legittimi. Si da il caso, difatti, che una società privata ha presentato circa 3 anni fa un progetto, ancora pendente in Regione, per costruire al posto dell’ex TMB, ossia del capannone verde andato in fiamme nel 2016, un biogas da 80mila tonnellate l’anno, il 350% più grande di quanto necessario all’intero bacino dei Castelli Romani. Eppure, guarda il caso, nella relazione dell’Arpa Lazio leggo che il pozzo C bis, ossia quello situato proprio a ridosso di quell’area, è uno dei 7 pozzi ‘dimenticati’ dai vertici amministrativi che ci governano”.
21/09/2022